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Alimentazione
Serena Zoli
pubblicato il 07-11-2022

Tradizione e futuro: quale cibo salverà la nostra salute?



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La dieta dei centenari abruzzesi e gli insetti edibili: si è discusso di salute e cibo al Congresso della Società italiana di Scienze dell'alimentazione

Tradizione e futuro: quale cibo salverà la nostra salute?

Avere a disposizione un’area grande sì, ma non troppo, “zeppa” di centenari e nonagenari, è una tentazione grande per chi studia i segreti della longevità e della buona salute ed è stata colta dall’Università di Teramo, in Abruzzo. La parte della regione investigata comprende 151 comuni delle aree interne e a ridosso dei Parchi: qui risiedono 503 centenari e 18.000 nonagenari, attestati dall’Istat. «In diversi casi nella nostra ricerca ci sono risultati affini ad altri studi sulla longevità – esordisce il professor Mauro Serafini, ordinario di Alimentazione e Nutrizione umana all’Università di Teramo -, legati a due aspetti fondamentali: l’attività fisica costante e una dieta sana con grande consumo di prodotti vegetali quali verdura, frutta, legumi, cereali. In particolare, c’è l’assenza quasi totale di dolci».

Il cibo del futuro: non solo sano ma anche sostenibile

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11-10-2021

 

UN’ANTICA COLAZIONE SALATA

Ma l’Abruzzo ha contrassegnato la tarda età di molti suoi abitanti con stili di vita tipici di cui centrale è lo “sdijuno”, o “stappa digiuno”: sarebbe una prima colazione salata di circa 300 calorie, fatta alle 6,30 del mattino. Per il pranzo, alle 12,30, pasto abbondante con polenta, carne, legumi, pasta fatta in casa. La cena, sempre seguendo la tradizione locale, è alle 18,30, a base di verdure, minestra, uova, formaggi.

 

CONTA MOLTO L’ORARIO DEI PASTI

Commenta il professor Serafini: «Con questi ritmi si favorisce un basso stress infiammatorio notturno in concordanza con i ritmi circadiani che, infatti, rallentano il metabolismo nelle ore serali. Pur essendo, il nostro, uno studio osservazionale analizza l’importanza della crononutrizione legata all’orario dei pasti per una maggiore longevità: dalla cena al pranzo ci sono circa 17,5 ore direstrizione calorica, una finestra interrotta soltanto dalla prima colazione. Questo dava alle persone la capacità di non stressare né il sistema immunitario né il metabolismo, preparandoli per un pasto abbondante come il pranzo. Si tratta di una possibile spiegazione della loro longevità, senza dimenticare che a determinarla intervengono numerosi altri fattori». Fra cui, in primo piano, la genetica.

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CHE COS’È LO STRESS INFIAMMATORIO

Due parole sullo stress infiammatorio che viene sempre più nominato in medicina, ma non è un concetto già assimilato dai non addetti: si tratta di una risposta immunitaria al cibo, una sorta di meccanismo di difesa dal cibo stesso, che si innalza dopo un pasto e scende dopo 7-8 ore. «Certo, se il mangiare è continuo e non sano – osserva il professor Serafini – il livello dello stress non torna più giù. Ed è un danno».

 

PANDEMIA DI OBESITÀ NEL MONDO DA 50 ANNI

Della ricerca abruzzese si è parlato al ventesimo congresso della Sisa, Società italiana di Scienze dell’alimentazione, tenutosi a Roma, all’Università La Sapienza, dove si è fatto notare che ormai nel mondo si registra una pandemia di obesità da 50 anni. Anche il Covid è stato uno degli argomento di questo summit sul cibo. Perché si è scoperto che una buona dieta, in particolare la Dieta mediterranea, protegge non solo contro diabete e malattie cardiovascolari, ma anche dalle malattie infettive. Ne ha parlato la professoressa Stefania Maggi, dirigente di ricerca Cnr, dell’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Padova, sezione invecchiamento. «E’ un risultato innovativo. Con le tante ricerche fatte attorno al coronavirus si è visto che il rischio di infezione dal Covid e di maggiore gravità della malattia è molto più alto nelle persone obese. Inoltre la validità dei vaccini è migliore negli anziani se nutriti correttamente».

 

IL FUTURO CI VOLA INCONTRO: GLI INSETTI

Non poteva mancare il futuro nelle analisi del Sisa ed ecco qui ricomparire il tema dell’avvento (prossimo? già in parte in atto?) degli insetti nella nostra alimentazione. Come ormai noto, questi piccoli animali sono ricchissimi di proteine, ci sono popolazioni che già che se nutrono da lungo tempo, ma da noi suscitano più che una perplessità. Ha comunque raccontata una docente dell’Università di Teramo, Veronica D’Antonio, che sono due miliardi quanti nel mondo si cibano di coleotteri e cicale, soffermandosi a indicarne i valori nutrizionali: «Hanno proteine simili a carne e pesce, alcune specie contengono più calcio del latte, più ferro degli spinaci, più fibre dei fagioli».

 

CAVALLETTE A COLAZIONE? ECCO GLI EFFETTI PER LA SALUTE

Le indagini sono state fatte più che altro in laboratorio, ma ci sono stati anche due studi sull’uomo, informa la professoressa D’Antonio: in un caso, colazione per 14 giorni con 25 grammi di polvere di grillo, si è constatato un miglioramento dello stato infiammatorio e nessun cambiamento nel microbiota, la popolazione di microrganismi che ospitiamo nell’intestino, fondamentali per la nostra salute. Nel secondo caso, in tavola ecco spaghetti con polvere del baco da seta: lodevole risultato, un calo del glucosio postprandiale nel sangue. «Sono dati interessanti – ha commentato la docente di Teramo. –Tanto che l’Unione europea ha già autorizzato come edibili grilli, cavallette e una particolare tarma della farina». Intanto le aziende si sono già mosse su questo fronte, che ha anche il pregio di far bene all’ambiente, servendoci polvere di insetti in integratori, pasta, burger. 

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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