Un ampio studio rileva una sensibile riduzione del rischio di frattura delle anche in donne abituate alla dieta mediterranea
Non solo latte, latticini e derivati. Anche frutta, verdura, legumi, cereali e pesce, ovvero la dieta mediterranea, protegge le ossa delle anche, riducendo nella donna il rischio di incorrere in una frattura dopo la menopausa o nella terza età. Lo attesta uno studio ampio, in termini di numeri e tempo di osservazione, condotto dall’Università di Würzburg, in Baviera (Germania), e pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine.
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LO STUDIO
Oltre 90 mila donne, di età compresa tra 50 e 79 annie arruolate nello studio Women’s Health Initiative, sono state monitorate con un questionario per un periodo di 16 anni circa le abitudini alimentari. Lo scopo era infatti stabilire se la dieta, ed in particolare alcuni alimenti, potessero influire sulla salute delle ossa, proteggendole dal rischio di fratture.
Un evento, quest’ultimo, tipico della maturità e sempre più frequente nelle donne a causa dell’allungamento della vita media e della maggiore predisposizione all’osteoporosi, una malattia che sgretola progressivamente le ossa.
Per i ricercatori è stato così possibile suddividere le tipologie dietetiche delle partecipanti allo studio in quattro categorie: le consumatrici di ‘dieta mediterranea’; le mangiatrici di ‘indice 2010 dell’alimentazione sana’ (HEI-2010, Healthy Eating Index 2010), le affamate di ’indice 2010 dell’alimentazione sana alternativa’ (AHEI-2010, Alternate Healthy Eating Index 2010) e, infine, le abitudinarie della ‘DASH’ (Dietary Approaches to Stop Hypertension) volta a un miglior controllo della pressione.
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I RISULTATI
Dall’inizio al termine dello studio si sono registrate quasi ventinovemila fratture, di cui oltre 2.100 erano fratture dell’anca. Tuttavia è emerso un dato significativo: il tipo di dieta, se non può risolvere o annullare il rischio di frattura ossea, può però contenerlo. «Le donne che consumavano con regolarità una dieta di tipo mediterraneo -ha dichiarato Bernhard Haring, primo autore dello studio -mostravano un rischio di frattura dell’anca inferiore dello 0,29 per cento rispetto a donne che prediligevano altri regimi alimentari. In particolare abbiamo osservato che la dieta nata in Italia è in grado di evitare una frattura all'anca ogni 342 donne».
Una percentuale che solo in apparenza sembra irrisoria, ma che invece a detta degli esperti è piuttosto significativa, se si considera che la dieta mediterranea non fa largo uso di latticini, latte e derivati.
Di alimenti cioè con una elevata componente di calcio, considerata sostanza essenziale per proteggere le ossa, insieme alla vitamina D che si acquista e si sintetizza soprattutto con l’esposizione alla luce del sole.
E PER LE ALTRE OSSA?
Lo studio non ha invece mostrato alcuna associazione fra dieta e effetti indurenti verso altre ossa dello scheletro, altrettanto soggette a fratture come ad esempio le vertebre, il polso o il femore. Né questa azione protettiva, sarebbe svolta da altri regimi alimentari, diversi da quello mediterraneo.