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Alimentazione
Fabio Di Todaro
pubblicato il 12-06-2018

Grassi trans: addio per tutti entro il 2023?



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L'Organizzazione Mondiale della Sanità vuole eliminare i grassi trans dagli alimenti di origine industriale per abbattere il numero dei decessi annui correlati, per cause cardiovascolari

Grassi trans: addio per tutti entro il 2023?

Addio ai grassi trans: in maniera realistica entro il 2023. Ha il sapore della crociata l'ultima iniziativa lanciata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per far fronte all'impatto che una dieta squilibrata ha sulla salute cardiovascolare. I grassi trans, reperibili sopratutto negli snack dolci e salati di produzione industriale, sono responsabili di almeno cinquecentomila decessi annui nel mondo: senza distinzione, tra i Paesi in via di sviluppo e quelli occidentali. Motivo per cui, dal momento che «gli acidi grassi trans aumentano i livelli di colesterolo Ldl, biomarcatore attendibile per il rischio cardiovascolare, e riducono quelli del colesterolo Hdl, che invece porta via il colesterolo cattivo dalle arterie e lo trasporta verso il fegato», l'obiettivo è quello di rimpiazzarli: senza alterare il gusto dei cibi, ma dando una sforbiciata al numero di eventi e decessi per cause cardiovascolari.

A COSA SERVONO I GRASSI? 

COSA SONO I GRASSI TRANS?

I grassi trans rappresentano un ingrediente presente naturalmente in alcuni alimenti di origine animale: prodotti lattiero-casearicarne derivata dai ruminanti. Quindi: hamburger, salsicce, interiora, burro e formaggi (sopratutto stagionati). Ma c'è una differenza di fondo tra gli alimenti che contengono naturalmente acidi grassi trans e gli stessi prodotti ad hoc e aggiunti agli alimenti. Il riferimento è sopratutto alla margarina, al burro chiarificato (di origine animale) e ad altri oli vegetali resi solidi e aggiunti a merendine, glasse, biscotti, patatine fritte, pasti confezionati per prolungare la vita dei prodotti reperibili sugli scaffali dei supermercati. Un'abitudine sbocciata a partire dalla fine degli anni '50, «quando si diffuse il messaggio che qulsiasi grasso di origine animale, come il burro, fosse assolutamente nocivo - ricorda Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e membro della supervisione scientifica della Fondazione Umberto Veronesi -. Negli anni abbiamo però capito che un eccesso di grassi trans, seppure di origine vegetale, può essere più dannoso per il cuore e per le arterie. Il rischio complessivo di malattia cardiovascolare aumenta significativamente in relazione a un elevato consumo di acidi grassi trans. Per questo motivo il consiglio è quello di consumarne il meno possibile e di praticare attività fisica, che contribuisce a regolare l'equilibrio tra i grassi».

Pochi grassi e niente alcol per evitare il fegato grasso

Pochi grassi e niente alcol per evitare il fegato grasso

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GRASSI TRANS: ADDIO ENTRO IL 2023?

L'iniziativa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità fa seguito a quella che, limitatamente agli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha avviato già due anni fa, chiedendo alle aziende alimentari di eliminare i grassi trans entro il 2020. L'agenzia sanitaria dell'Onu ha tracciato un percorso in sei punti, definito «Replace», per far sparire i grassi trans da tutti gli alimenti e a tutte le latitudini. In sostanza, l'indicazione rivolta ai singoli Stati è quella di legiferare nei rispettivi territori per favorire l'eliminazione dei grassi nocivi dai prodotti di origine industriale e definire le eventuali sanzioni da applicare a chi violerà la norma. Mentre alle istituzioni sanitarie e alle aziende si chiede di avviare campagne di comunicazione mirate a far conoscere i rischi alla cittadinanza. Le industrie dovranno poi compiere il passo più significativo: sostituire i grassi trans con oli e grassi più salutari. L'auspicio è quello di poter arrivare allo zero entro il 2023. Ma qual è lo stato dell'arte sulla scena internazionale? In Italia vige ancora l’autoregolamentazione da parte delle aziende. Di più, invece, hanno fatto già da anni Danimarca, Austria, Ungheria, Islanda, Norvegia e Svizzera: fissando dei limiti nazionali per l’utilizzo di grassi trans negli alimenti che equivalgono quasi a dei divieti. 


Il colesterolo cattivo si vince con una buona alimentazione

GRASSI TRANS: NON PIU' DI DUE GRAMMI AL GIORNO

L’indicazione che gli specialisti italiani condividono con l’American Heart Association è quella di «non superare un consumo giornaliero di 2-2,5 grammi di acidi grassi trans al giorno, oltre il quale aumenta significativamente il rischio cardiovascolare»: ovvero non più dell'un per cento dell'apporto energetico giornaliero di una persona che segue una dieta da duemila chilocalorie al giorno. A ciò occorre aggiungere la conclusione di un lavoro apparso sul New England Journal of Medicine nel 2006: «L’eliminazione dei grassi trans dalla dieta, sostituiti con carboidrati o grassi insaturi a conformazione cis, ridurrebbe l’incidenza delle malattie cardiovascolari del 20-25 per cento». Per evitarli il primo consiglio è quello di prestare attenzione alle etichette dei cibi industriali, nel momento in cui facciamo la spesa. Il nostro cuore ci ringrazierà. 
 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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