Si manifesta con l'età, in misura maggiore dopo i 55 anni, e ha una componente genetica ereditaria. Ma fare prevenzione è possibile, scegliendo una dieta sana, limitando fumo e alcol e proteggendo gli occhi dai raggi ultravioletti
C’è un paese arroccato sulle colline vicino a Matera, in Basilicata, in cui la macula degenerativa legata all’età, prima causa di ipovisione nei paesi occidentali, fa capolino più raramente rispetto ad altri luoghi. Il motivo risiede nel fatto che gli abitanti di Salanca – questo il suo nome - fanno prevenzione «inconsapevole»: come ha spiegato uno studio inglese del Queen’s Medical Center di Nottingham, vent’anni fa sulle pagine degli Archives of Ophtalmology e rimasto uno dei pochi studi epidemiologici correlati alla geografia nazionale, sono l’ambiente rurale e l’abitudine di mettere in tavola i prodotti delle proprie coltivazioni a proteggere i suoi abitanti da questo deficit visivo. Come quello lucano, ci sono senza dubbio altri territori in cui l’incidenza della degenerazione maculare risulta minore. Se non si vive in un luogo simile, è possibile tutelarsi con strategie di prevenzione. «La dieta mediterranea è protettiva nei confronti di questa patologia, mentre va considerato tra i fattori di rischio uno stile alimentare di tipo ‘americano’ fatto di cibi ipercalorici e soprattutto di grassi animali», spiega Francesco Bandello, direttore della Clinica Oculistica Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Cereali come fonte di zinco, carote e spinaci ricchi di beta-carotene e luteina, il pesce e i suoi omega-tre: questi alcuni alimenti chiave per la salute dell’occhio individuati da numerosi studi internazionali.
ANCHE L’OCCHIO INVECCHIA- E’ l’età il principale fattore di rischio per la degenerazione maculare. Rara prima dei 55 anni, secondo le stime colpisce l’8-11 per cento delle persone tra i 65 e i 74 anni e la sua incidenza cresce esponenzialmente dopo i 75 anni. La malattia è considerata un’esasperazione del processo di invecchiamento: la parte centrale della retina, detta macula, si consuma con gli anni e sotto di essa si accumulano ammassi di materiale lipido-proteico o neovasi cresciuti in modo anomalo – caratteristiche della forma «secca» o «umida», rispettivamente – che pregiudicano la visione centrale dell’occhio. «Ciò che più preoccupa, visto l’incremento dell’età media della popolazione, è soprattutto il trend futuro – prosegue Bardello - le stime dicono che i casi nei paesi industrializzati come l’Italia sono destinati ad aumentare entro il 2020».
IL FUMO RENDE CIECHI- «Smoking causes blindness», è la scritta impressa sui pacchetti di sigarette australiani. E’ la degenerazione maculare «umida» o neovascolare a colpire di più i fumatori e gli ex-fumatori, come conferma anche una meta-analisi condotta dall’Università cinese di Nanjing e pubblicata sugli Annals of Epidemiology che ha confrontato i risultati di tredici studi precedenti. Facile ipotizzare tra le motivazioni l’impatto negativo del fumo sull’apparato cardiocircolatorio, considerando che patologie cardiache e ipertensione sono di per sè fattori di rischio per la malattia oculare. Tra i vizi a cui prestare attenzione, l’alcol: forti bevitori, con un consumo superiore ai tre drink al giorno, hanno un rischio precoce di degenerazione maculare, conferma una revisione sistematica dell’Università di Melbourne condotta su oltre 136 mila individui e pubblicata sull’American Journal of Ophthalmology.
SOLE, MA NON TROPPO- Indossare gli occhiali da sole non è solo una questione di stile, ma anche di prevenzione. Tanto quanto la pelle, che ha bisogno di essere protetta con creme solari, anche gli occhi sono sensibili agli UV e devono essere adeguatamente schermati per prevenire la degenerazione maculare. «Non mettiamo a rischio la salute degli occhi con le vacanze al mare, una volta o due l’anno – sottolinea Bandello– Gli effetti dannosi dei raggi ultravioletti sulla retina si osservano principalmente in alcune categorie professionali, come gli agricoltori, esposti alla luce solare per molte ore al giorno e per molti anni in modo continuativo».
INIZIARE DA SUBITO- Sono stati individuati numerosi fattori genetici predisponenti ed è ormai accettato che esiste una famigliarità per la degenerazione maculare. Se un parente di primo grado ne soffre, è ancora più importante fare prevenzione. Modificare l’alimentazione, smettere di fumare ed evitare la sovraesposizione al sole non danno, però, benefici immediati. «I fattori di rischio agiscono sul lungo termine, nell’arco di decenni, quindi non è sufficiente adottare strategie preventive dopo la diagnosi, Potrebbe essere già tardi per ottenere risultati significativi. Per proteggersi, soprattutto in presenza di una famigliarità bisogna puntare sulla prevenzione fin dalla più giovane età», conclude.
Cinzia Pozzi