Le cefalgie colpiscono soprattutto le ragazze dopo il menarca. Stress, mancanza di sonno e pasti saltati i primi errori da evitare
Licia Grazzi, neurologa presso l’Irccs Carlo Besta di Milano, vede molti adolescenti nel suo ambulatorio. «L’emicrania, episodi di dolore intenso, spesso con nausea e vomito, che durano circa da 45 minuti a 2 ore e poi regrediscono, può insorgere fin dall’età prescolare, ma in genere si manifesta più tardi. Per le ragazze è tipico in una fase delicata come quella della prima mestruazione. Tant’è vero che fino all’età del menarca il rapporto maschi/femmine è di 1:1, dopo è di 1:3. Anche le cefalee di tipo tensivo iniziano per la maggior parte verso i 10-12 anni. In questo caso il dolore è sordo, tende a durare per più giorni, a volte settimane. Tensione e stress, spesso per motivi scolastici, influiscono, anche attraverso un aumento della tensione muscolare nell’area del capo e del collo».
A SCUOLA - Come vivono i doveri scolastici i giovanissimi che transitano in un centro cefalee? «I ragazzi emicranici sono spesso i primi della classe, puntigliosi, precisi; il ragazzo con cefalea può avere performance scadute, richiesta di attenzione, disagio scolastico». Cefalea e tensione da richieste scolastiche: qual è delle due a provocare l’altra? «E’ un po’ come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina. Probabilmente non lo sapremo mai».
MAI SALTARE LA COLAZIONE - Il dolore alla testa nell’adolescenza è spesso legato alle abitudini di vita, anche se nell’emicrania esiste una certa predisposizione familiare. Da evitare – ed è una parola, a quell’età - tutte le irregolarità, a partire da quelle a tavola. «Mai saltare i pasti, specie la colazione! – raccomanda Licia Grassi -. I ragazzi che sistematicamente si espongono a una lunga mattinata a pancia vuota vanno in ipoglicemia. È come far funzionare una macchina senza benzina. Poi, limitare i fuori pasto. Curare i ritmi sonno-veglia, non andare a letto tardi, magari per cedere poi alla pennichella pomeridiana. Non aiutano anche la sedentarietà e gli eccessi di stimoli come videogiochi e tv. Niente va bandito, ma tutto va fatto con misura».
COME SI CURA – Le terapie farmacologiche per emicranie e cefalee di tipo tensivo sono simili per adulti e ragazzi, anche se per questi ultimi c’è una particolare attenzione all’approccio non farmacologico, spiega Licia Grassi: «All’occorrenza i farmaci vanno usati, sia chiaro, così come sono utili terapie di profilassi nel lungo periodo per chi ha episodi frequenti. Con l’aiuto di un medico esperto, comunque, vanno considerati anche tecniche di rilassamento, psicoterapia, sali di magnesio. E’ in ogni caso essenziale seguire da vicino i ragazzi, che spesso trascorrono molto tempo da soli e sono abituati all’autogestione anche col loro mal di testa».
Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.