Un ampio studio su duecentomila persone di diverse etnie dimostrerebbe l’efficacia della frutta secca nel ridurre i rischi cardiovascolari. Ma per una conferma serve un ampio trial clinico
Noci e arachidi, consumate al naturale, regolarmente e nelle giuste proporzioni, contribuirebbero a ridurre il rischio di mortalità, anche per cause cardiache.
Ad attestarlo è un studio osservazionale su un’ampia popolazione di diversa provenienza etnica, condotto dallaVanderbilt University Medical Center (VICC), Università statunitense nel Tennessee, pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine.
NOCI E LONGEVITA’
Mangiare noci, noccioline o arachidi che dir si voglia fa bene; aiuterebbe infatti a vivere più a lungo.
Allontanando il rischio di moralità per qualsiasi causa in una percentuale variabile tra 17 e 21%, e soprattutto per un evento cardiovascolare, come ictus e infarto, con una probabilità in questo caso diminuita addirittura del 23-38%.
Benefici riscontrabili indipendentemente dall’etnia e dalla condizione socio economica del mangiatore di frutta secca.
Sono i risultati emersi da un ampio studio statunitense che ha valutato la relazione tra consumo di questi alimenti e sopravvivenza in un gruppo di oltre 200 mila persone provenienti da vari continenti; in particolare di 70mila Americani, a basso reddito economico, discendenti da Africani ed Europei, inclusi nello studio Southern Community Cohort Study (SCCS) e di più di 130mila Cinesi facenti parte invece di due studi, il Shanghai Women's Health Study (SWHS) e il Shanghai Men's Health Study (SMHS).
In tutti e tre i gruppi è risultata evidente la riduzione di mortalità in persone più abituate a consumo noci e arachidi rispetto a quelle più parsimoniosi nell’includere questi alimenti nella propria dieta. «Un trend - spiega Hung Luu, primo autore dello studio - osservabile nelle diverse etnie e non relazionato allo stato metabolico, al fumo, al consumo di alcool e all’indice di massa corporea».
Ancora lo studio avrebbe identificato anche un rapporto positivo anche tra consumo di arachidi e minor rischio di diabete mellito o di morte per tumore.
QUANTE NOCI CONSUMARE?
I benefici sulla longevità e sul cuore, spiega ancora la ricercatrice, sarebbero da attribuirsi sia alle proprietà di noci e nocciolinericche di nutrienti, quali grassi acidi insaturi, fibre, vitamine, antiossidanti fenolici, arginina e fitochimici, sia delle proprietà antiossidative ed antiinfiammatorie che aiuterebbero a preservare anche il muscolo cardiaco in un migliore stato di benessere, e a conservare più a lungo la funzione endoteliale.
Come in ogni cosa c’è però il giusto mezzo: perché noci e arachidi non devo essere consumate né in eccesso né in difetto. L’American Heart Association raccomanda quattro porzioni di noci a settimana, senza sale e senza olio, considerando che una porzione è pari a circa 42,5 grammi di noci intere.
Bisogna però tenere conto che la frutta secca ha un elevato contenuto calorico e non sempre si addice a una dieta ipocalorica e se si è in sovrappeso, e va evitata se si ha una predisposizione a reazioni allergiche.
SERVONO NUOVE CONFERME
I risultati preliminari dello studio sono incoraggianti, in quanto sembrerebbero fornire una strategia preventiva a basso costo contro eventi cardiovascolari: richiederebbe l’inclusione nella dieta della frutta secca, quindi una ‘terapia’ accessibile anche per le categorie di pazienti meno abbienti. Tuttavia trattandosi di studi epidemiologici osservazionali e non di trial clinici randomizzati, non si possono trarre ancora conclusioni certe: «Non è possibile affermare con sicurezza - ha concluso William Blot, Direttore Associato della Ricerca della Prevenzione e del Controllo del Cancro basata sulla Popolazione al VICC e co-autore dello studio - se le arachidi da sole siano responsabili della riduzione della mortalità osservata». Occorreranno ulteriori ricerche che ne attestino l’effettiva efficacia, ma le premesse al momento farebbero ben sperare.