Percepire il corpo diverso da quello che è. A soffrirne sono anche i bambini. Un disagio psichico che può portare ad ansia e depressione
Un nome difficile: dismorfofobia. Lo possiamo scomporre per l’etimologia in dis e morphé, forma sbagliata, più phobos, paura, in greco. Paura della forma sbagliata, di apparire deformi, brutti: una paura patologica che provano circa il 2 per cento degli adolescenti, per lo più femmine. O è il viso che non va, o un fianco troppo sporgente, o un difetto nelle gambe. Qualunque parte del corpo può apparire antiestetica al giovane che ha questo sguardo malato e che di conseguenza tenderà a nascondersi, a isolarsi in casa. Spesso in “compagnia” di una forte depressione o ansia. Per di più con tendenza a farsi del male e/o a tentativi di suicidio.
ANCHE I BAMBINI COINVOLTI
Una patologia non da poco, dunque, anche se non molto nota. Adesso la porta di attualità uno studio dell’University College London che ha analizzato la condizione di 7.654 bambini e adolescenti dai 5 ai 19 anni ed è stato pubblicato sul Journal of the American Academy of child and Adolescent Psychiatry. «Poiché i ragazzi e ragazzini tendono a non parlare spontaneamente dei loro sintomi a meno che non vengano interrogati in modo diretto, è fondamentale che i medici usino gli strumenti per lo screening della dismorfofobia e facciano domande specifiche sulla loro visione del loro corpo – osserva la psichiatra Georgina Krebs, prima autrice della ricerca. – Se i giovani hanno depressione o ansia, facilmente con le domande giuste sveleranno l’altro problema».
IL MEDICO FACCIA DOMANDE PRECISE
Per capirlo occorre chiedere se si sono mai preoccupati di come appaiono e se la risposta è «Un po’» oppure «Parecchio» si può proseguire con le altre domande previste dai criteri fissati nel Dsm-5 per la dismorfofobia. Ora, tra i bambini e ragazzi dai 5 ai 19 anni la prevalenza del disturbo è apparsa dell’1 per cento. Ma la fascia più interessata è quella dai 12 ai 19 anni con 1,9 per cento mentre tra i bambini il numero registrato è di 0,1. In tutte le età, poi, le femmine sopravanzano i maschi con un 1,8 per cento contro lo 0,3 dei ragazzi.
UNA CONSAPEVOLEZZA POCO DIFFUSA
Circa il 70 per cento dei pazienti presentavano i sintomi di un altro disturbo psichiatrico, nel 58 per cento dei casi si trattava di ansia e nel 31,7 di depressione. Inoltre il 46 per cento di quanti soffrivano di dismorfofobia riferivano di pratiche autolesionistiche o di tentativi di suicidio, contro l’8 per cento dei giovani senza problemi corporei. Concludono i ricercatori dello studio inglese: «Occorre aumentare nel pubblico la consapevolezza del disturbo di dismorfofobia e migliorare le pratiche dello screening per poi passare a una terapia adeguata». Ma occorre anche – precisano – che i medici, in particolare gli psichiatri, conoscano bene questo disturbo e sappiano individuarlo.
L'OSSESSIONE MASCHILE PER I MUSCOLI
«Oggi si usa l’espressione Disturbo di dismorfismo corporeo e indica appunto la preoccupazione per un difetto fisico totalmente immaginario o basato su una minima anomalia fisica», esordisce Cristiano Termine, professore associato di Neuropsichiatria infantile all’Università dell’Insubria e presso l’Asst dei Sette Laghi. Continua Termine: «Un caso è l’idea di un difetto muscolare. Riguarda in particolare i maschi. Sono quelli che vanno di continuo in palestra e pompano la loro muscolatura, ma mai abbastanza secondo loro. A volte ricorrono all’abuso di sostanze con steroidi, anabolizzanti, alcuni raggiungono dimensioni esagerate con sovra-allenamenti fino allo sfinimento fisico. Ma non basta mai».
L’ANORESSIA: 9 FEMMINE PER UN MASCHIO
Il discorso si sposta sul peso: «Il dismorfismo corporeo si manifesta anche nel Disturbo della nutrizione e dell’alimentazione, nell’anoressia soprattutto. Il soggetto è di una magrezza estrema, ma gli pare di avere le cosce voluminose, o un fianco troppo rotondo. È una visione alterata dell’immagine corporea. In questo ambito la preponderanza spetta alle femmine con un rapporto di 9 a 1 rispetto ai maschi».
IL PESO DEGLI ORMONI SESSUALI
Pur senza arrivare ai livelli di un vero disturbo, il professor Termine osserva che nell’adolescenza, quando il corpo muta, quando gli ormoni sessuali invadono l’organismo, è diffusa la preoccupazione per il proprio aspetto. «Ci si fissa su alcuni punti, può essere l’acne, per le femmine l’occhio è critico per il seno o i fianchi, per i maschi più la comparsa della peluria, la moda della depilazione. È in corso una maturazione sessuale per alcuni non facile da gestire». Si apre infine il capitolo della chirurgia estetica. «Oggi le ragazze soprattutto vi ricorrono per sempre maggiori zone del corpo. Labbra, seno, naso, anche le orecchie e le natiche – osserva il professore. – Ma ora sono tanti pure i ragazzi che richiedono l’intervento del bisturi per l’estetica».
LA PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
Capitolo terapia: che cosa può contrastare la falsa immagine di sé creata dal disturbo di dismorfismo corporeo? Risponde il neuropsichiatra infantile Cristiano Termine: «Si impiega la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Nel caso ci sia un’ossessività forte si usano anche farmaci del disturbo ossessivo, in generale gli antidepressivi di categoria Ssri. Per i disturbi alimentari, è previsto l’intervento di consulenti nutrizionisti».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.