L’Ente di riferimento per i pediatri di tutto il mondo raccomanda che dai 9 ai 16 anni si facciano test anche per colesterolo, depressione e Hiv
Degli adulti assumono non solo l’atteggiamento ma anche vizi e abitudini poco salutari che li espongono a precoci rischi per la salute. Tanto che l’American Academy of Pediatrics (AAP), ente di riferimento per i pediatri di tutto il mondo in tema di prevenzione nell’età evolutiva, ha riadattato le sue linee guida allo stile di vita delle nuove generazioni, con l’introduzione di esami e check-up periodici finora prescritti nell’età adulta.
Se il pediatra veniva interpellato su malattie esantematiche, vaccinazioni e controllo dell’udito, oggi deve monitorare bambini e adolescenti anche per il colesterolo, la depressione e le malattie sessualmente trasmissibili.
Il messaggio, dalle pagine della rivista Pediatrics, è chiaro: a fronte di una generazione sempre più precoce anche la prevenzione, per essere efficace, deve stare al passo. Basta qualche controllo in più, semplice e poco costoso
ANEMIA PRECOCE
Per i pediatri è un problema sommerso e sottovalutato, ma la carenza di ferro nella fase dell’accrescimento è piuttosto frequente e può interferire con un corretto sviluppo. Infatti, deficit immunitari o scarsa attenzione nel bambino in alcuni casi possono essere ricondotti a un metabolismo del ferro non ottimale già a partire dai primi mesi di vita.
Un emocromo o un controllo dell’emoglobina a partire dai 15-30 mesi di età, suggeriscono gli esperti americani, può arginarne le conseguenze. E’ lo svezzamento precoce la prima causa di carenza di questo minerale.
«Il ferro nel latte vaccino non è perfettamente assorbibile nei neonati e quando si accumula può interferire con l’assunzione di altri nutrienti – spiega Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP) – Nei bambini è importante la corretta alimentazione: il ferro è nella carne e anche nelle fibre di frutta, verdura, cereali che modulano il suo assorbimento nell’intestino». Si rischia l’anemia pediatrica anche con nascite pretermine, parti gemellari o allergie alimentari.
COLESTEROLO ALTO
Dagli Usa il consiglio di monitorare anche i lipidi nel sangue, come HDL e LDL, già tra i 9 e gli 11 anni. E’ una contromossa per arginare i rischi associati all’obesità e sovrappeso infantili che nell’ultimo decennio, stando all’Oms, hanno raggiunto le dimensioni di epidemia. Solo in Italia, stima l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, un bambino su cinque è sovrappeso attorno agli 8-9 anni di età e nel mondo un terzo dei ragazzi oltrepassa di molto la soglia del peso ottimale.
DEPRESSIONE E HIV
Indagini recenti dimostrano che si è abbassata l’età delle prime esperienze sessuali, del consumo di alcol e droghe e che nei pre-adolescenti sono in aumento stati depressivi e disturbi del comportamento come quelli alimentari.
Le linee guida americane suggeriscono quindi test per l’HIV a partire dai 16 anni e uno screening per la depressione dagli 11 anni. Più in generale, «si pone l’accento sull’importanza di cogliere i primi segnali di allarme come un cambiamento nel comportamento o un maggiore isolamento del ragazzo, per poter intervenire tempestivamente prima che si instaurino conseguenze patologiche».
DAL PEDIATRA FINO AI 18 ANNI?
In molti pensano che con l’adolescenza, anticamera dell’età adulta, si possa abbandonare il pediatra, e a maggior ragione se i ragazzi sono precoci, verrebbe da pensare. In realtà è l’esatto contrario. «E’ il pediatra a conoscere lo sviluppo del bambino e anche le dinamiche relazionali che lo circondano negli anni: elementi fondamentali per la prevenzione di disturbi comportamentali.
Non sempre i genitori sono consapevoli dei comportamenti a rischio dei figli, a volte lo stesso stile di vita poco sano coinvolge tutta la famiglia: si rischia di non vedere dei segnali di allarme, se non affiancati dal medico», conclude. Senza contare che il calendario delle vaccinazioni non si esaurisce nella prima infanzia: dal pediatra anche per il vaccino HPV, in Italia dai 12 anni di età.