I casi di meningite C sono di poco superiori rispetto alla media. Non c’è epidemia in corso. Il vaccino rimane l’arma fondamentale per prevenire e superare il contagio
Da alcune settimane la meningite C è uno degli argomenti più dibattuti sui mezzi di informazione. Un bimbo di 22 mesi deceduto poco dopo Natale all’Ospedale Meyer di Firenze e una ragazza di 20 anni ricoverata d’urgenza a Prato sono solo gli ultimi casi di una lunga lista che ha visto la meningite colpire i più giovani.
Epidemia in corso? Emergenza sanitaria in atto?
«Assolutamente no, i casi registrati sono in linea con quelli previsti e in Toscana l’incremento è leggermente superiore rispetto alla media. Per ridurre al minimo i casi ed evitare che la situazione peggiori è di fondamentale importanza il ricorso alla vaccinazione nelle persone a rischio» spiega il professor Alberto Villani, responsabile di Pediatria Generale all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e presidente della Società Italiana di Pediatria.
COS’E’ LA MENINGITE?
La meningite è una infiammazione del rivestimento del sistema nervoso centrale (cervello e midollo) detto meninge. Esistono forme batteriche e virali, entrambe possono essere mortali.
Le più temibili sono quelle di origine batterica provocate da pneumococco o da meningococco. Quest'ultimo esiste nelle varianti A,B,C,Y e W135. Tra i meningococchi più diffusi in Europa ci sono il B e il C.
Quest’ultimo è il responsabile dei recenti casi fatali. Malgrado i progressi della medicina nella rianimazione e nell'assistenza al paziente, la mortalità non è diminuita e circa il 10% delle persone infettate perde la vita. La fascia di popolazione più a rischio è quella compresa tra i 15 e i 25 anni. Vuoi saperne di più sulla meningite?
NESSUNA EPIDEMIA IN CORSO
Pur facendo notizia - da diversi mesi le cronache riportano un vero e proprio “bollettino di guerra”- in Italia il numero di casi di meningite è di circa 1000 all’anno, quasi tre al giorno, 196 nel solo 2015 ad opera del menigococco. «Nell’ultimo periodo –spiega Villani- si è registrato un lieve incremento di contagi che non ha in alcun modo le caratteristiche di un’epidemia, termine usato a sproposito.
In Toscana la situazione è leggermente differente rispetto al resto del Paese ma anche in questo caso l’incremento è di poco superiore alla media.
A fronte di questa situazione le autorità sanitarie hanno messo in atto tutte le norme necessarie affinché la situazione non si evolva in negativo».
NO ALLA CORSA INDISCRIMINATA AL VACCINO
«Il vaccino rimane l’unica arma efficace nella prevenzione della malattia» spiega Villani. Non è un caso che la Toscana - come misura temporanea a fronte dell’incremento dei casi di meningite C- lo offra gratuitamente su richiesta anche agli adulti tra i 20 e i 45 anni di età. Ma cosa fare nel resto d’Italia?
A fronte delle notizie delle ultime settimane gli esperti affermano che nelle Asl si sta verificando un vero e proprio assalto in cerca del vaccino con tempi di attesa che arrivano ai 6 mesi. Eppure quello per la meningite C, raccomandato, gratuito e somministrato tra il dodicesimo e il quindicesimo mese di vita viene offerto dal 2005.
«In virtù del fatto che al momento non è in corso nessuna “emergenza meningite” la corsa al vaccino nel resto della popolazione è del tutto inutile.
Laddove c’è un reale problema - il caso della Toscana è l’esempio - il vaccino viene offerto in tempi rapidi», spiega l’esperto. Al di fuori di quest’area geografica la presa d’assalto dei centri vaccinali non ha senso nelle persone meno a rischio, anche se dovessero recarsi in Toscana.
Il parere del Ministero della Salute su questa questione è chiaro: non ci sono specifiche raccomandazioni di prevenzione per coloro che si recano nelle aree maggiormente interessate dai casi di Meningococco C (Azienda Usl Toscana Centro), per viaggi di lavoro o soggiorni turistici. «Questo fenomeno - continua Villani - poteva comunque essere evitato se tutti avessero seguito il calendario vaccinale. Stiamo arrivando al paradosso che in preda al panico alcuni bambini risultano essere vaccinati per la meningite e non per il morbillo. Una follia.
I calendari vanno seguiti per intero, pianificare è l’unica soluzione. Più aumenta la copertura vaccinale –questo vale per tutte le patologie prevenibile con le vaccinazioni- minori sono i casi di malattia».
IL VACCINO SALVA LA VITA
Ma il vaccino per la meningite C non è utile solamente nella prevenzione della malattia. Il caso della ragazza ventenne di Prato ne è un esempio. Vaccinata in settembre è stata colpita dalla malattia tra Natale e Capodanno. Ora fuori pericolo la sua vita è salva proprio grazie alla vaccinazione. «La letteratura scientifica parla chiaro. Chi si vaccina, anche se contrae la malattia, ha una prognosi migliore» conclude Villani.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.