Il vaccino RTS,S/AS01 proteggerà i bambini nelle aree del mondo più a rischio. Oggi ancora 400.000 morti l'anno, il 70 per cento al di sotto dei 5 anni
È arrivato. Il primo vaccino contro la malaria è disponibile, funziona, ed è raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Si chiama RTS,S/AS01, è stato utilizzato in un programma pilota partito in tre paesi africani, che dal 2019 ad oggi ha coinvolto 800.000 bambini, e che ha ottenuto risultati tali da spingere l’OMS a raccomandarne l’uso.
IL VACCINO
Il vaccino è raccomandato per prevenire la malaria causata da Plasmodium falciparum nei bambini che vivono in paesi ad alto rischio. Si somministra in 4 dosi a partire dai 5 mesi d’età. «Questo è un momento storico» ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale OMS. «Il vaccino contro la malaria, lungamente atteso, è una conquista per la scienza, per la salute infantile e per il controllo della malaria. L’uso di questo vaccino, insieme agli strumenti esistenti per prevenire la malaria, potrà salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno».
LA MALARIA E LA RICERCA
Duecentoventinove milioni di casi e 409.000 morti nel 2019, di cui 274.000 bambini dai zero ai 5 anni. Questo il peso della malaria nel mondo e soprattutto nei paesi più poveri. La metà delle vittime, infatti, si conta in soli sei paesi: Nigeria (ben il 23 per cento), Congo, Tanzania, Burkina Faso, Mozambico e Niger. Bonifiche dei terreni e zanzariere impregnate di insetticida hanno permesso, negli anni, di ridurre di molto il numero delle vittime. Sono stati messi a punto nuovi farmaci antimalarici. Ma da tempo non si riuscivano più a registrare progressi sul fronte della prevenzione, mentre la ricerca scientifica studiava strategie complementari come le tecniche di gene drive per portare al collasso popolazioni di zanzare portatrici della malattia.
I RISULTATI
I risultati positivi che hanno convinto le autorità sanitarie internazionali hanno mostrato che il nuovo vaccino si presta ad essere introdotto con efficacia all’interno dei programmi di vaccinazione, anche in epoca pandemica. Il vaccino, prodotto da GlaxoSmithKline, è uno strumento aggiuntivo e cruciale perché permette di proteggere anche i (tanti) bambini che non dormono sotto le zanzariere, finora unico presidio di prevenzione efficace a disposizione. Si è dimostrato sicuro e nelle aree in cui è stato introdotto non si è visto calare l’uso di zanzariere, né il ricorso ad altre vaccinazioni pediatriche o l’attenzione generale ai sintomi febbrili. Anche nei contesti migliori, ovvero dove i bambini sono protetti da zanzariere e i servizi sanitari per la diagnosi e la cura funzionano, il vaccino ha portato a una sensibile riduzione della letalità della malaria (del 30 per cento). Il programma pilota è stato finanziato grazie a una super-alleanza fra GAVI, il Fondo globale per la lotta all’AIDS, tubercolosi e malaria, e UNITAID. Ora, dicono all’OMS, si tratta di prendere le decisioni necessarie per finanziare lo sviluppo e la distribuzione più ampi possibili, e che i singoli stati decidano come inserire la vaccinazione nei programmi nazionali di controllo della malaria.
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Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.