Al via in Malawi la sperimentazione del farmaco «Rts,s», lanciato da Gavi e prodotto dalla Gsk. Ogni anno 200 milioni i casi di Malaria: otto su dieci si contano in Africa
La settimana mondiale delle vaccinazioni, in programma da oggi e fino al 30 aprile, si apre con una notizia incoraggiante. In queste ore, in Malawi, è infatti in partenza il primo programma di vaccinazione contro la malaria. Target prescelto: i bambini, tra le vittime più frequenti provocate dalla malattia. Noto come «Rts,s», lanciato da Gavi e prodotto dalla GlaxoSmithKline (Gsk), il vaccino è stato messo a disposizione dei piccoli con meno di due anni. Il progetto pilota, nei prossimi mesi, sarà esteso anche al Ghana e al Kenya. «Si tratta di un grande passo in avanti - ha accolto la notizia con soddisfazione l'Organizzazione Mondiale della Sanità -. Stiamo parlando di un'opportunità che potrebbe permettere di salvare la vita ogni anno a decine di migliaia di bambini».
PERCHE' SI FANNO TANTI VACCINI
GIA' DAI PRIMI ANNI DI VITA?
VACCINAZIONE AL VIA IN MALAWI
Si partirà dalle aree dei tre Stati dove la trasmissione del plasmodio a opera delle zanzare Anopheles è più elevata, che sono poi anche quelle più povere. «Questo è un momento da celebrare, perché attraverso la vaccinazione infantile si può cambiare l'esito di una malattia finora quasi sempre mortale, se contratta durante l'infanzia», afferma Matshidiso Moeti, direttore dell'area africana dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'esperienza al via con «Rts,s» punta a raggiungere 360mila bambini nel primo anno di vaccinazioni nei tre Paesi e a generare nuove prove per valutare se stilare delle raccomandazioni a livello mondiale per un utilizzo più ampio della profilassi. Quattro le dosi previste: si valuterà l'adesione delle famiglie, l'eventuale insorgenza di effetti collaterali e la riduzione dei tassi di mortalità dovuti alla malattia prima di procedere a un'estensione su larga scala.
Nord e Sud (del Pianeta): se la salute non è uguale per tutti
COL VACCINO FINO AL 40 PER CENTO DI CONTAGI IN MENO
La malaria rimane una delle principali cause di morte a livello mondiale: 435mila le vittime che provoca ogni anno. La maggior parte dei decessi avviene in Africa, dove ogni anno oltre 250mila bambini (soprattutto al di sotto dei 5 anni) muoiono a causa della malattia. La vaccinazione si presenta come una delle opportunità per frenare la diffusione della malattia e si candida a fare il paio con le strategie adottate a livello ambientale. «Rts,s», dopo un percorso di sviluppo durato quasi trent'anni, si è rivelato l'unico vaccino efficace nella riduzione (significativa) dell'impatto della malaria sui bambini. Negli studi clinici finora completati, il farmaco è riuscito a ridurre anche del 40 per cento i nuovi contagi in età pediatrica. Da qui l'approvazione anche da parte dell'Agenzia Europea del Farmaco per l'utilizzo soltanto nei confronti dei bambini africani più a rischio di contagio.
SI PARTE CON 10 MILIONI DI VACCINI
L'esperienza al via nasce da un partenariato pubblico-privato che vede coinvolti i tre ministeri della Salute (Malawi, Ghana e Kenya), una serie di partner internazionali (tra cui le Ong Gavi, Unitaid e The Global Fund) e GlaxoSmithKline (Gsk). L'azienda donerà dieci milioni di dosi di vaccino per questa prima fase. «Vogliamo contribuire a ridurre in maniera decisa il carico globale della malattia», afferma Thomas Breuer, responsabile medico dell'area vaccini di Gsk. La fase pilota con il Mosquirix - questo il nome commerciale dato al vaccino - dovrebbe essere completata entro il 2020, mentre una seconda tranche di vaccinazioni dovrebbe essere ultimata alla fine del 2022.
Fonti
World Malaria Day, Organizzazione Mondiale della Sanità
Q&A on the malaria vaccine implementation programme (MVIP), Organizzazione Mondiale della Sanità
Landmark green light for Mosquirix malaria vaccine, Nature Biotechnology
Mosquirix (RTS,S): A Novel Vaccine for the Prevention of
Plasmodium falciparum Malaria, The Annals of Pharmacotherapy
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).