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Pediatria
Daniele Banfi
pubblicato il 01-09-2015

L’obesità in adolescenza aumenta il rischio Alzheimer



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Individuato già nei giovani obesi l’accumulo della proteina-spia responsabile della malattia cerebrale dell’età adulta. Lo studio del Bambino Gesù su Pediatrics

L’obesità in adolescenza aumenta il rischio Alzheimer

Anche se non è mai troppo tardi per iniziare ad adottare stili di vita sani iniziare sin da piccoli è il miglior modo di fare prevenzione. Malattie cardiovascolari e tumori sono - eccetto rari casi dovuti alla genetica - anche il risultato di comportamenti scorretti. Lo stesso accade per le malattie neurodegenerative e quanto scoperto dai ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma ci conferma ancora una volta l’importanza di una sana alimentazione e di una costante attività fisica: in uno studio pubblicato dalla rivista Pediatrics gli scienziati hanno individuato già nei giovani obesi un accumulo della proteina-spia responsabile dell’Alzheimer.


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OBESITA’ COME FATTORE DI RISCHIO

«L’obesità in sé non è una patologia vera e propria, è piuttosto un insieme di fattori di rischio: di sviluppare malattie cardiovascolari, cancro e oggi sappiamo anche demenza progressiva e Alzheimer», spiega Melania Manco, endocrinologa e ricercatrice del Bambino Gesù, una delle autrici dello studio. Un legame, quello con la malattia neurodegenerativa, che inizia sin da piccoli. La ricerca è la prima nel panorama internazionale ad aver indagato i livelli di una proteina - ? 42 amiloide, il cui accumulo può portare all’insorgenza e sviluppo di queste patologie - e la correlazione tra obesità infantile e rischio di Alzheimer.


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LO STUDIO

Dalla ricerca, che ha coinvolto 440 giovani (101 bambini tra i 2 e i 6 anni e 339 adolescenti) sia di peso normale che non, è emerso che gli adolescenti obesi e con insulino-resistenza presentavano aumentati livelli di ? 42 amiloide. «Quanto più i livelli di questa proteina sono alti, tanto maggiore potrebbe essere il rischio che questi giovani sviluppino demenza senile e Alzheimer in età adulta. Un risultato importante che per la prima volta dimostra che la storia naturale di questa terribile malattia incomincia precocemente, già durante l’adolescenza. Ancora una volta, i risultati delle nostre ricerche indicano quanto gravi possano essere le conseguenze dell’obesità pediatrica e quanto importante sia la prevenzione» spiega la dottoressa Manco.


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IL TEMPO E’ TUTTO

Uno dei dati più interessanti che emerge dallo studio riguarda il legame tra tempo di esposizione ai fattori di rischio e livelli di proteina amiloide. L’alterazione, a differenza degli adolescenti, non è infatti riscontrabile nei bambini in età prescolare. Un dato che suggerisce l’importanza di adottare stili di vita sani sin dalla tenera età: gli aumentati livelli di amiloide richiedono una lunga esposizione all’obesità e all’insulino-resistenza. Ciò significa che quanto più a lungo e gravemente il bambino è obeso e insulino-resistente, tanto più elevati sono i livelli attesi di questa proteina che depositandosi a livello cerebrale può causare la malattia.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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