Pareva quasi eradicato dall’Europa invece dal 2008 questa malattia altamente infettiva ha riacceso vari focolai. E oggi colpisce adolescenti e giovani adulti. In Italia un nuovo Piano di intervento. Anche rosolia e polio sotto osservazione
Dal 2000 al 2008 la mortalità per morbillo (sì, si muore anche di questa malattia spesso presa sottogamba) era scesa del 78% nell’Europa intesa come entità geografica. Pieno successo, dunque, dell’impegno sottoscritto dai vari paesi e attuato con vaccinazioni di massa in vista dell’eradicazione del morbillo e l’azzeramento della rosolia congenita. Le due malattie viaggiano di pari passo perché il vaccino in uso è trivalente: morbillo, parotite (gli “orecchioni”), rosolia. Ma di recente l’Organizzazione mondiale della Sanità si è “preoccupata” riscontrando nel vecchio continente ben 6.500 casi di contagio dall’inizio dell’anno quando in tutto il 2010 se ne erano contati 5.000. Dall’America qualcuno ha già prontamente raccolto l’allarme consigliando agli americani in partenza per l’Europa di vaccinarsi, se non già immunizzati.
ETA’ MEDIA 17 ANNI- La zona più colpita è la Francia con 4.937 casi, altri focolai sono in Belgio, Spagna, Serbia e Turchia. Ma anche in Italia dal 2008 c’è un aumento dei casi, soprattutto in Piemonte e Lazio. “Non solo il morbillo si riaffaccia, ma colpisce un’età particolare: adolescenti e giovani adulti. L’età media è 17 anni”. Stefania Salmaso è direttore del Centro nazionale di epidemiologia presso l’Istituto superiore di Sanità (ISS). “I bambini no – continua -, sono protetti perché nell’ultima decade c’è stato un forte sforzo arrivando a vaccinare quasi il 90% dei più piccoli. Adesso stiamo pagando lo scotto di avere tralasciato molte vaccinazioni negli anni precedenti”. Com’è accaduto? “Perché ci sono state vaste campagne denigratorie verso i vaccini in genere, inventando le più grosse sciocchezze: che provocano dall’autismo alla sindrome del Golfo”, dice il professor Mauro Moroni specialista in malattie infettive. “E’ il caso di ridar vigore a un piano di propaganda e azioni pro-vaccino. Si deve puntare all’eradicazione del morbillo, come è avvenuto per il vaiolo. Cancellato in tutto il mondo”. Forse le “distrazioni” in anni precedenti il 2000 dipendono anche dal fatto che il vaccino anti-morbillo non è obbligatorio, ma solo “raccomandato”. “E questo trasmette l’impressione che si tratti quasi di un vaccino di seconda classe, non così importante. Invece è importantissimo, basta guardare alle complicanze che può scatenare”.
EFFETTI LATENTI FINO AI 40 ANNI- Queste le illustra il professor Moroni: “Si va dalle encefaliti alle polmoniti. Ma non basta: può provocare patologie croniche degenerative del sistema nervoso centrale che restano latenti per decenni e si manifestano verso i 40 anni”. Un “effetto collaterale” non trascurabile è anche la morte. Con le campagne planetarie per le vaccinazioni a tappeto, immunizzando 700 milioni di bambini, si calcola che si siano evitati 4,3 milioni di decessi in 10 anni. L’area più critica nel mondo è il Sud-Est asiatico con india, Indonesia e Bangladesh dove la mortalità per morbillo è diminuita solo del 46%.
ROSOLIA IN GRAVIDANZA- Perché si possa parlare di area protetta e di andare verso l’eradicazione (in Finlandia da vent’anni non c’è un solo caso) bisogna che sia vaccinato il 95% della popolazione. In Italia per correre ai ripari e non retrocedere dalle buone posizioni che si erano raggiunte è stato approntato un Piano nazionale 2010-2015 in cui si prevede la vaccinazione di almeno il 95% dei bambini e si fa menzione particolare alle iniziative da rivolgere agli adolescenti e ai giovani adulti non già immunizzati. Nel Piano siglato da Stato e Regioni si parla anche di rosolia, particolarmente grave se contratta da una donna incinta. “Le complicanze posso arrivare alle malformazioni”, obietta la dottoressa Salmaso. “Eppure quante donne arrivano a questo punto, e ce ne sono che prendono la rosolia alla seconda o terza gravidanza. Vuol dire che neanche il medico ha prescritto la vaccinazione dopo la prima maternità andata bene, per fortuna è il caso di dire. E’ una malattia così facile da prevenire. Ma non è ancora un fatto ‘normale’ vaccinare morbillo e rosolia”. Se una donna incinta si scopre con la rosolia vive nella paura e in molti casi pensa all’aborto.
ATTENTI ALLA POLIO- Con la responsabile del Centro Nazionale epidemiologico è il caso di fare il punto su altre malattie infettive debellabili: la poliomielite, per esempio. Anche qui, spiega, non c’è da abbassare la guardia. “L’Europa intesa come entità geografica è già stata dichiarata libera dalla polio nel 2000, ma l’anno scorso c’è stata un’epidemia in Tagikistan. Vuol dire che alcuni virus della polio sono ancora in giro. Il grave è che molte infezioni sono prive di sintomi”. L’obiettivo dell’eradicazione dall’intero pianeta, come è nei propositi dell’OMS, ha ricevuto un brutto colpo anche dalla sospensione qualche anno fa delle vaccinazioni in Nigeria, da lì il contagio si è esteso ad altri 16 stati africani.
IMMIGRATI ASSOLTI- Tagikistan, Africa: il pensiero corre all’immigrazione. Sono gli immigrati a portare da noi malattie come la polio altrimenti da noi assenti? “Nient’affatto”, è la risposta di Stefania Salmaso. “Il nostro baluardo sta nell’essere tutti protetti dal vaccino. Ed ecco una prova. Nel 1996, quando sulle nostre coste arrivavano tantissimi albanesi, in Albania ci fu un’epidemia di polio con oltre cento casi e pure decessi. Ebbene, da noi non si verificò un solo episodio. Ecco l’importanza dei vaccini”.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.