La temperatura elevata è spesso fonte di preoccupazioni per i genitori. Ma il fenomeno è indispensabile per la sopravvivenza delle specie: i consigli dell'esperto per evitare interventi inutili
Poche e semplici regole, se rispettate, risolvono in poco tempo e nella quasi totalità dei casi il problema della febbre, che spesso fa stare più male i genitori che i bambini. Come misurarla? Quali le strategie più efficaci per intervenire? Quando è il caso di preoccuparsi? Il decalogo di consigli stilato con Maurizio De Martino, ordinario di pediatria all'università di Firenze e direttore del dipartimento di pediatria internistica all'ospedale Meyer, è una guida da tenere sempre a portata di click in vista dell'inverno.
«La febbre non va mai combattuta in quanto tale - spiega l'esperto - perché a temperatura febbrile funzionano meglio i meccanismi immunologici e peggio virus e batteri». L'antipiretico di prima scelta per i bambini è il paracetamolo: da assumere ogni sei ore (quattro dosi al giorno), con un dosaggio di sessanta milligrammi per chilo di peso corporeo. «Ma soltanto quando la febbre è sintomatica. In alcuni casi i bambini influenzati producono endorfine che, per certi versi, assicurano loro uno stato di benessere. Quando ciò accade, non è il caso di somministrare alcun farmaco». No, comunque, alla supposta: oltre al fastidio, il rischio è rappresentato dal sovradosaggio. Meglio, eventualmente, puntare sulle gocce per bocca.