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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 23-08-2011

Tumori: la cura in un giorno solo



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Fra le strategie presentate allo IEO Day 2011: occuparsi della malattia anche quando non c’è ancora, diagnosticarla quando si può sconfiggere, curarla con quanto serve, anche in una giornata

Tumori: la cura in un giorno solo

I passi della medicina oncologica avanzata si fanno sempre più leggeri: non solo cure progettate per arrecare ai malati il minor danno possibile, ma tempi di ricovero strizzati al minimo, tanto da operare un tumore al seno con le migliori tecnologie possibili oggi senza far passare alla paziente neppure una notte in ospedale. E’ questa la strada indicata dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, che ha presentato le nuove strategie in occasione dello IEO Day 2011.

APPROCCIO GLOBALE ALLA MALATTIA - «Oggi i tumori ci fanno meno paura, anche i più “cattivi”, i cosiddetti big killer, ovvero quelli che da soli rappresentano oltre il 40 per cento della casistica mondiale, i tumori del polmone, del seno, dell’intestino e della prostata» ha dichiarato Umberto Veronesi, direttore scientifico e fondatore dell'Istituto milanese. Pian piano, la mortalità per queste malattie diminuisce, mentre aumenta il numero dei casi di remissione e migliora la qualità della vita sia di chi è guarito, sia di chi convive con la malattia magari per molti anni. «La strategia che abbiamo adottato – prosegue Veronesi – è quella di un percorso d’azione “orizzontale”, occupandoci di queste patologie in tutti i loro aspetti: prevenzione, diagnosi precoce e terapie, in un unico percorso continuo e multidisciplinare».

PRIMO: PREVENIRE - La nuova parola d’ordine, insomma, è un approccio globale alla malattia.  E’ solo grazie al cammino parallelo della prevenzione, della diagnostica e della terapia che si potranno identificare i gruppi di persone più a rischio, offrire loro strumenti concreti per ridurre tale rischio, dalla nutrizione (un terzo circa dei tumori nell’uomo sono correlabili all’alimentazione) alla farmaco prevenzione. In quest’ottica, lo IEO ha attivato nuovi filoni di ricerca sul ruolo protettivo della dieta, studiando soggetti particolarmente a rischio, come le donne obese in post menopausa, e la possibilità di sfruttare particolari proprietà di alcune sostanze contenute in frutta e verdura, che mimerebbero gli effetti antitumore e antinvecchiamento di una forte restrizione calorica.

SECONDO: DIAGNOSTICARE – E’ uno dei dati che più fanno sperare: oggi per i tumori del seno si è arrivati a scoprire un nodulo su tre quando è ancora talmente piccolo da garantire la guarigione con terapie poco invasive nel 99% dei casi. I noduli non palpabili, rilevati grazie a mammografia, ecografia o risonanza magnetica, rappresentano oggi appunto un terzo delle nuove diagnosi, mentre solo 40 anni fa erano casi del tutto sporadici, con la totalità delle donne che scoprivano la malattia sentendo al tatto un nodulo già grande. Lo stesso dicasi per la diagnostica precoce nel tumore al polmone, finora pressoché impossibile e oggi resa più concreta dalla tac spirale. O ancora le tecnologie più avanzate per migliorare l’efficacia della colonscopia, esame salvavita che non solo permette di ridurre la mortalità per cancro intestinale grazie all’identificazione di tumori ancora piccoli e curabili, ma consente di ridurre anche l’incidenza della malattia, localizzando e rimuovendo formazioni pericolose ancora in fase pretumorale.

TERZO: CURARE - «Molti anni fa, quando ho iniziato a occuparmi di oncologia, il paradigma che tutti tenevamo a mente era curare il paziente con il trattamento massimo tollerato» racconta Umberto Veronesi. «Oggi il punto di vista si è ribaltato e il nostro scopo è erogare il trattamento minimo efficace». Che, tradotto in termini operativi, significa chemioterapia, chirurgia radioterapia tutte in punta di piedi, solo quando sono utili e necessarie,  e nella misura in cui sono utili e necessarie. E’ accaduto per la cura del tumore al seno, con la riduzione di interventi invasivi in favore di rimozioni circoscritte come la quadrantectomia, sta accadendo anche per la chirurgia del polmone, della prostata e dell’intestino.

SENO: LA CHIRURGIA IN UN GIORNO - Un’esperienza riuscita è quella, pioneristica, del day surgery, la chirurgia in un giorno solo. «Le donne con un tumore piccolo e nelle condizioni adatte possono venire ricoverate la mattina, entrare in sala operatoria, avere la rimozione del tumore e la radioterapia intraoperatoria, poi tornare a casa dopo qualche ora in osservazione» spiega Alberto Luini, direttore della Senologia IEO. A un anno dall’apertura del day surgery senologico, il primo in Europa, sono oltre 560 le donne operate e si punta a trattare oltre 1.000 pazienti nel 2012. «Il vantaggio per l’ospedale e sulle liste d’attesa è importantissimo – prosegue Luini - ma a noi preme lo stato d’animo delle pazienti. Per molte di loro poter tornare a casa, a dormire nel loro letto o anche in albergo, ma con il marito e i figli, significa sentirsi meno malate, contenere l’angoscia per la malattia. L’importante è selezionare con cura le donne che possono trarre beneficio da questa modalità innovativa, senza esporle a rischi e senza che si sentano abbandonate. Ci vogliono competenze e attrezzature, ma soprattutto organizzazione, per questo il day surgery dispone di un team dedicato, con medico, infermiere e segretaria, oltre a medici e psiconcologi».

TECNOLOGIA E PREVENZIONE - Nella stessa direzione, la massima resa con il minimo trattamento, vanno gli sforzi della radioterapia, che, ricorda Roberto Orecchia, direttore della divisione dedicata in IEO «sta per avviare protocolli sperimentali che vedranno ridurre a meno di due settimane i trattamenti per la mammella, a una settimana quelli per la prostata, a un giorno quelli su piccole lesioni polmonari». «Entro il prossimo anno entreranno in funzione nuovi acceleratori lineari, che per la radioterapia posizioneranno l’Istituto ai massimi livelli in Europa, di certo il centro più importante nel sud del continente – ha spiegato Carlo Ciani, amministratore delegato IEO -. E’ la nostra risposta alla situazione attuale dell’oncologia: nuovi casi in aumento, ma mortalità in calo; le nostre strategie sono un forte aggiornamento tecnologico e l’incentivazione di prevenzione e la diagnosi precoce».

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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