Chiudi
Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 09-01-2024

Trastuzumab deruxtecan: via libera anche nel tumore al seno Her2-low



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Approvato da AIFA l'utilizzo in seconda linea dell'anticorpo coniugato nei casi di tumore al seno metastatico con bassa espressione del recettore Her2. Così la malattia potrà essere controllata più efficacemente nel lungo periodo

Trastuzumab deruxtecan: via libera anche nel tumore al seno Her2-low

Finalmente disponibile anche in Italia trastuzumab deruxtecan, l'anticorpo coniugato utile nel trattamento del tumore al seno a bassa espressione dei recettori Her2. L'approvazione da parte di AIFA, avvenuta con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale lo scorso 16 dicembre 2023, rappresenta una svolta nella cura di questo genere di neoplasia. Trastuzumab deruxtecan, come evidenziato nei risultati dello studio di fase 3 DESTINY-Breast04 e pubblicati lo scorso anno sul New England Journal of Medicine, ha dimostrato di migliorare nettamente la sopravvivenza globale e quella libera da progressione nelle pazienti con tumore al seno metastatico Her2-low precedentemente sottoposte a chemioterapia.

GLI ANTICORPI CONIUGATI

Una delle tappe fondamentali nella ricerca sul tumore al seno è stata la scoperta dei recettori ormonali sulla superficie delle cellule cancerose. I carcinomi della mammella infatti possono essere classificati e trattati in base alla presenza o meno dei recettori (HR+ o HR-). Quelli positivi, ovvero gli HR+, rappresentano circa il 70% di tutte le forme tumorali. In questo gruppo però si possono distinguere due sottotipi, i tumori Her2+ e Her2-negativi. La presenza o meno dell'overespressione del recettore Her2 è ciò che guida la scelta delle terapie. Nei casi in cui è presente tale alterazione è infatti possibile utilizzare dei farmaci molto efficaci per colpire selettivamente le cellule malate risparmiando così quelle sane. Ed è questo, ad esempio, degli anticorpi coniugati, farmaci composti da un anticorpo in grado di riconoscere il recettore Her2 a cui vengono coniugate molecole di chemioterapico in grado di bloccare la crescita del tumore. Ad oggi uno dei farmaci più all'avanguardia in questo senso è trastuzumab deruxtecan, disponibile anche in Italia da settembre 2023 (come raccontato qui) nel trattamento in seconda linea dei tumori al seno Her2+. Un farmaco capace di migliorare significativamente sia la sopravvivenza globale sia quella di progressione libera da malattia rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1), uno dei farmaci più utilizzati sino ad oggi per questo tipo di neoplasia mammaria.

I TUMORI AL SENO HER2-LOW

C'è un però: delle oltre 55 mila nuove diagnosi di tumore al seno che ogni anno vengono registrate in Italia, circa l'80-85% di tutte queste neoplasie è classificato come HER2-negativo. Una caratteristica che estrometteva, di fatto, la possibilità di utilizzare un farmaco estremamente efficace come trastuzumab deruxtecan. Complice però il progresso della ricerca e in particolare le tecniche di indagine diagnostica si è scoperto che in realtà molti dei tumori Her2-negativi in realtà esprimono comunque bassi livelli di recettore Her2. Ed è così che in questi anni si è diffuso sempre più il concetto di Her2-low. Nel riconoscimento di questa nuova categoria c'è molto sapore di Italia: è infatti grazie ad un panel di esperti internazionali guidato da Paolo Tarantino e coordinato dal professor Giuseppe Curigliano, Condirettore del Programma Nuovi Farmaci IEO, se oggi la classificazione Her2 low sta cominciando ad essere riconosciuta a livello internazionale. Ed è proprio da questa nuova classificazione che in questi ultimi anni si sono avviate sperimentazioni volte a cercare di sfruttare gli anticorpi coniugati in quelle donne che prima non venivano considerate idonee.

I RISULTATI DI DESTINY-BREAST04

Una di queste sperimentazioni è lo studio DESTINY-Breast04 in cui si è voluto confrontare l'utilizzo di trastuzumab deruxtecan con la chemioterapia standard nelle pazienti con tumore al seno metastatico HER2-low. I risultati, presentati ad ASCO 2022, furono un successo tale da meritare la standing ovation da parte di tutta la platea riunita nella sessione plenaria. «Questa terapia estremamente innovativa -spiega Giampaolo Bianchini, Professore associato e responsabile del Gruppo mammella dell’IRCSS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano- supera il dogma, precedentemente definito nel tumore della mammella, per cui le terapie anti-HER2 funzionano solo nei carcinomi HER2 positivi, che esprimono livelli molto alti di questo recettore, espandendo gli orizzonti della cura a pazienti precedentemente escluse dai benefici delle terapie HER2 mirate. Nello studio , che ha coinvolto 557 pazienti, trastuzumab deruxtecan ha ridotto del 50% il rischio di progressione rispetto alla chemioterapia e aumentato significativamente la sopravvivenza globale». In particolare la sopravvivenza libera da progressione (ovvero il tempo che intercorre tra il trattamento e la ripresa della malattia) è stata quasi doppia per trastuzumab deruxtecan rispetto allo standard di cura, segno tangibile del controllo della malattia sul lungo termine

L'IMPORTANZA DEI TEST

«Ad oggi -come precisato da Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli- si calcola che fino al 55% di tutti i tumori al seno esprime livelli bassi di Her2 ed è, pertanto, classificabile come HER2 low. Dal momento che anche queste donne potranno avvalersi di questa nuova opportunità terapeutica, diventa fondamentale identificarli con precisione. Lo stato di Her2-low può essere determinato utilizzando il comune test di immunoistochimica: tuttavia, ora diventa estremamente importante identificare esattamente il livello di questa proteina, non solo dichiarare un risultato positivo o negativo, proprio per identificare i tumori Her2-low (HER2 1+ o 2+) rispetto a quelli con assenza completa della proteina Her2 (Her2 0). Per questo è quanto mai necessario il ruolo del team multidisciplinare nella valutazione dei pazienti e, in particolare, una collaborazione stretta tra oncologo e patologo che effettua i test diagnostici».

CHI POTRÀ RICEVERLO?

Da ora in poi, grazie all'approvazione di AIFA, tutte le neoplasie mammarie classificate come Her2-low, potranno ricevere il farmaco. «Fino ad oggi -spiega Alessandra Fabi, Responsabile Medicina di Precisione in Senologia, Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli IRCCS di Rom- la chemioterapia era l'unica opzione disponibile per le pazienti con tumore del seno avanzato o metastatico a bassa espressione di Her2, sia positivo che negativo per i recettori ormonali dopo aver ricevuto almeno una linea di chemioterapia. Usare come bersaglio Her2 in tumori con un basso livello di espressione di questa proteina delinea un approccio di cura innovativo, che permette di rispondere a bisogni clinici finora insoddisfatti. Le implicazioni terapeutiche sono importanti. Grazie alla rimborsabilità di AIFA, possiamo trattare le pazienti con bassa espressione dei livelli di questa proteina, precedentemente considerate HER2-negative, con un anticorpo monoclonale coniugato anti-He2, migliorando il tempo di controllo della malattia e la sopravvivenza globale nello stadio metastatico». Entrando ancor di più nel dettaglio, da oggi il farmaco potrà essere somministrato in tutti i casi di cancro della mammella Her2-low (HER2 low: IHC 1+ or IHC 2+/ISH-) non resecabile o metastatico, che hanno ricevuto precedente chemioterapia per malattia metastatica o che hanno sviluppato recidiva della malattia durante o entro 6 mesi dal completamento della chemioterapia adiuvante.

Sostieni la ricerca, sostieni la vita. Dona ora

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina