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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 09-12-2022

Trastuzumab deruxtecan: l'arma contro il tumore al seno metastatico HER2+



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L'anticorpo coniugato ha dimostrato di migliorare tutti i parametri di malattia nel tumore al seno metastatico HER-positivo. I dati presentati a SABCS cambieranno la pratica clinica

Trastuzumab deruxtecan: l'arma contro il tumore al seno metastatico HER2+

Trastuzumab deruxtecan -un anticorpo coniugato di ultima generazione- sta rivoluzionando la cura del tumore al seno metastatico HER2-positivo. I dati dello studio DB-03 presentati in questi giorni al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS), l'appuntamento più importante al mondo nella lotta al tumore del seno, lasciano poco spazio alle interpretazioni: trastuzumab deruxtecan è in grado di migliorare significativamente sia la sopravvivenza globale sia quella di progressione libera da malattia rispetto a trastuzumab emtansine, uno dei farmaci più utilizzati sino ad oggi per questo tipo di neoplasia mammaria.

L'ERA DEGLI ANTICORPI CONIUGATI

Ogni anno in Italia sono circa 55 mila le nuove diagnosi di tumore al seno. La scelta delle cure da intraprendere dipende dal grado di evoluzione della malattia e delle caratteristiche del tumore. Circa un quinto dei tumori al seno metastatici presentano sulla superficie delle cellule il recettore HER2. Nei casi in cui è presente tale alterazione, è possibile utilizzare dei farmaci molto efficaci che sfruttano questa caratteristica per colpire selettivamente le cellule malate risparmiando così quelle sane. Ed è questo il caso degli anticorpi coniugati, farmaci composti da un anticorpo in grado di riconoscere il recettore a cui vengono coniugate molecole di chemioterapico in grado di bloccare la crescita del tumore. Una sorta di chemioterapia intelligente. Trastuzumab deruxtecan sviluppato da Daiichi Sankyo e AstraZeneca rientra proprio in questa categoria. 

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

LO STUDIO DB-03

«Le pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2 positivo, sottoposte a precedenti terapie, nella maggioranza dei casi vanno incontro a una progressione della malattia in meno di un anno. Per questa ragione occorrono terapie in grado di migliorare le prospettive di queste donne» spiega Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Lo studio DB-03 ha voluto confrontare l'efficacia di trastuzumab deruxtecan con un altro anticorpo coniugato (trastuzumab emtansine) nelle donne con tumore al seno HER2+ precedentemente trattate in prima linea con altra terapia.

I RISULTATI

Le analisi presentate a SABCS hanno confermato quanto già emerso allo scorso congresso ASCO di Chicago: trastuzumab deruxtecan ha migliorato la sopravvivenza globale con una riduzione del 36% del rischio di morte e ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione di 22 mesi. «Questo vantaggio è stato osservato anche nelle donne con metastasi cerebrali. Non solo. La superiorità di trastuzumab deruxtecan è emersa inoltre in termini di risposte obiettive e di controllo di malattia» spiega Curigliano. Dati straordinari che sono valsi l'immediata pubblicazione sulla rivista The Lancet.

CAMBIA LA PRATICA CLINICA

Sulla straordinarietà dei risultati è concorde anche Giampaolo Bianchini, Responsabile del Gruppo mammella, Dipartimento di oncologia dell’IRCSS Ospedale San Raffaele di Milano. «In questo studio, la sopravvivenza libera da progressione è quadruplicata rispetto alla terapia di riferimento, arrivando a 28,8 mesi, un miglioramento di quasi 2 anni. Un vantaggio di entità mai osservata prima nel carcinoma mammario, associato anche ad un miglioramento significativo della sopravvivenza. Trastuzumab deruxtecan si candida quale nuovo standard di cura per le pazienti in seconda linea di terapia per il carcinoma mammario metastatico HER2-positivo» spiega Bianchini.

EFFICACE ANCHE IN ALTRE POPOLAZIONI

Ma c'è di più. A SABCS sono stati presentati anche i dati di DB-02 in cui si è confrontata l'efficacia di trastuzumab deruxtecan in donne precedentemente trattate con trastuzuamb emtansine con la miglior terapia di seconda linea a discrezione dell'oncologo. Anche in questo caso i dati non lasciano spazio a repliche: «Trastuzumab deruxtecan -spiega la professoressa Valentina Guarneri, Direttore della Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto- ha quasi triplicato la sopravvivenza libera da progressione, raggiungendo 17,8 mesi rispetto a 6,9 mesi nelle pazienti trattate con la terapia a scelta dello sperimentatore. Questi risultati confermano l’efficacia di questa classe di farmaci a target molecolare, che hanno già dimostrato risultati di estremo interesse clinico anche in fasi più precoci di malattia». A rimarcare l'importanza di quanto raggiunto ci sono anche le parole di Saverio Cinieri, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica: «Trastuzumab deruxtecan si è dimostrato utile nel migliorare la qualità di vita e ritardare il tempo al deterioramento clinico. Un'opportunità in più per quelle migliaia di donne che ogni anno in Italia convivono con una diagnosi di tumore al seno metastatico».

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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