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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 08-06-2017

Immunoterapia, biopsia liquida, big-data: ecco come sarà la lotta al cancro nei prossimi anni



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Potenziare il sistema immunitario, modificare il tumore per renderlo più riconoscibile, monitorare le cure con la biopsia liquida e utilizzare maggiormente le informazioni derivanti dall'analisi genetica della neoplasia. Ecco il presente e futuro della lotta al cancro secondo quanto emerso al congresso ASCO

Immunoterapia, biopsia liquida, big-data: ecco come sarà la lotta al cancro nei prossimi anni

Che cos'è cambiato nella cura dei tumori? Come saranno le terapie del futuro? Potrà l'immunoterapia sconfiggere il cancro? A cosa può servire la biopsia liquida? Quanto conta la genetica nella scelta di quale terapia seguire? A tutte queste domande si è cercato di rispondere al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) di Chicago, il più importante convegno mondiale dedicato all’oncologia che ha visto la partecipazione di oltre 30 mila "addetti ai lavori". Ecco l'elenco di 5 cose da sapere su come sarà la lotta al cancro nei prossimi anni.

L'IMMUNOTERAPIA E' REALTA'

Il 70% delle presentazioni avvenute durante il congresso aveva come protagonista l'immunoterapia. Questo approccio, ovvero pilotare il sistema immunitario affinché riconosca e distrugga il tumore, non rappresenta più una priomessa bensì una realtà di cura da affiancare a chirurgia, chemioterapia e radioterapia. Oggi grazie all'immunoterapia alcuni tumori come il melanoma e il carcinoma polmonare, che in passato avevano poche possibilità di cura quando erano in metastasi, possono essere affrontati con maggiore successo. Grazie all'immunoterapia oggi è possibile tenere sotto controllo il cancro cronicizzando così la malattia. Attenzione però ai facili entusiasmi: circa il 50% dei pazienti trattati con questo approccio risponde positivamente alle cure. Prossimo obiettivo è aumentare il numero di persone.

SISTEMA IMMUNITARIO E CANCRO: IL PRESENTE E IL FUTURO DELL'IMMUNOTERAPIA

MODIFICARE IL TUMORE PER RENDERLO RICONOSCIBILE

Come fare affinché più persone rispondano all'immunoterapia? E' probabilmente questa la vera sfida del futuro nella lotta ai tumori. Qualcosa però incomincia a muoversi. Una delle maggiori difficoltà per il sistema immunitario è raggiungere le parti più profonde del tumore. Ciò avviene in particolare perché il cancro cresce in un "microambiente" che rende difficile a qualsiasi altra cellula di entrare. Ecco perché una delle principali necessità è trovare il modo di "aprire la strada" affinché i linfociti attivati dall'immunoterapia possano svolgere la loro funzione. Come? Diversi studi hanno dimostrato, ad esempio, che uno dei meccanismi al base della resistenza del tumore alle cure è dovuto alla produzione da parte del tumore di un enzima chiamato IDO. Ad oggi sono in fase di sperimentazione alcune molecole in grado di bloccarne l'attività in modo da rendere il cancro meno resistente. Ma l'inibizione di IDO non è la sola via attualmente percorsa. Nelle prossime edizioni di ASCO sentiremo molto parlare di come arrivare nel "cuore" del tumore.

 

MONITORARE LE CURE CON LA BIOPSIA LIQUIDA

Uno degli argomenti "extra terapie" più dibattuti al congresso è stato quello relativo alla biopsia liquida, una numerosa varietà di test effettuati su un prelievo di sangue al fine di valutare la presenza di “tracce” del tumore. Il parere degli oncologi è pressoché unanime: per via della complessità della malattia è impensabile un test in grado di individuare la presenza del tumore con un semplice prelievo. Al contrario questo tipo di tecniche può essere utile nel monitoraggio delle terapie

 

CURE NON PIU' PER SEDE TUMORALE MA PER MUTAZIONE 

Sino a poco tempo fa ogni singolo tumore veniva trattato in base alla localizzazione corporea. Complice lo sviluppo delle tecniche di sequenziamento genetico oggi è possibile avere una mappa dettagliata delle mutazioni che causano il tumore. Con il tempo si è scoperto che queste possono essere le stesse anche per tumori all'apparenza molto differenti fra loro. Ecco perché sempre di più le indicazioni ad assumere un determinato farmaco al posto di un altro passano dalla mutazione associata a quel tumore. Da oggi dovremo sempre più abitarci non più a ragionare per tipologia di tumore in base alla localizzazione bensì alle caratteristiche genetiche.

 

BIG-DATA: UN AIUTO PER LA SCELTA DELLA MIGLIORE TERAPIA

Condizione fondamentale affinchè le cure contro il cancro siano sempre più personalizzate è l'analisi del genoma. Purtroppo ad oggi non sempre è possibile disporre della "carta d'identità" dettagliata del tumore. Fortunatamente, complice lo sviluppo tecnologico nel sequenziamento del Dna, sono sempre di più i test sperimentali a disposizione. Grazie ad essi sarà possibile andare a cercare diverse centinaia di possibili mutazioni in modo da orientare meglio le cure. Il tutto passerà dai big-data. Il ricorso all'analisi dei dati sarà sempre più fondamentale. Più si andrà avanti nel tempo e più gli oncologi avranno a disposizione sterminati database contenenti le caratteristiche genetiche dei tumori. Fondamentale però è l'interpretazione di questi dati. Ed è qui che la tecnologia potrà fare la differenza. Grazie alle capacità di calcolo i medici potranno interrogare (ma già oggi alcuni programmi consentono di fare ciò) il database e scegliere la migliore cura per il malato in base ad una serie di paramentri, primo fra tutti il tipo di mutazione alla base del tumore.

  

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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