Dall'Organizzazione Mondiale della Sanità un Libro Blu dedicato ai tumori pediatrici: diversi da quelli degli adulti, a partire dalla diagnosi
I tumori dell'infanzia sono diversi da quelli degli adulti per tipologia, origine e approcci terapeutici. Importante è riconoscere queste sostanziali differenze che impattano in maniera significativa sulla diagnosi, sulla cura e sulle conseguenti possibilità di guarigione. E proprio nell’ottica di una definizione più precisa dei tumori che colpiscono bambini e ragazzi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato il primo Libro Blu dei tumori pediatrici.
NON UN ORGANO, MA UN ORGANISMO IN CRESCITA
Al Libro Blu ha attivamente partecipato la struttura di Anatomia patologica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, insieme a diverse istituzioni europee e statunitensi. «Questo libro blu costituisce una novità assoluta» spiega Rita Alaggio, responsabile della struttura, professoressa ordinaria di Anatomia Patologica presso l’Università La Sapienza di Roma e una dei cinque esperti del Gruppo di coordinamento editoriale internazionale del Libro Blu. «Per la prima volta infatti il tumore pediatrico viene considerato come una malattia che prescinde da un organo specifico e riguarda invece un intero organismo in fase di crescita». Dal 1956, l’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti promosso la pubblicazione regolare della classificazione dei tumori, più comunemente nota come “libri blu”. I libri offrono la catalogazione aggiornata dei tumori per ogni determinato organo e i tumori pediatrici, fino ad oggi, sono stati inseriti insieme ai tumori degli adulti negli appositi volumi.
I TUMORI DEI BAMBINI COSTITUISCONO UN MONDO A PARTE
«I tumori degli adulti - spiega la professoressa Alaggio - hanno nella maggior parte dei casi una genesi e delle caratteristiche molto diverse dai tumori che, per fortuna raramente, si riscontrano in età pediatrica. Nell’adulto il cancro ha infatti un’origine multifattoriale, dipende cioè da fattori ambientali, dallo stile di vita e dalla predisposizione genetica. Inoltre il tumore è spesso caratterizzato da una fase precancerosa e da uno sviluppo temporale progressivo (diverso in relazione alla tipologia del tumore e alle caratteriste individuali) ed è possibile diminuire il rischio attraverso appositi screening e adeguati comportamenti. Nei bambini, invece, nella maggior parte dei casi il tumore è causato da un singolo evento genetico, sporadico, generalmente non ereditario, che si verifica durante lo sviluppo embrionale. Solo circa il 10% dei casi, almeno fino a quanto sappiamo ora (probabilmente la percentuale è più alta, perché non conosciamo il funzionamento di tutti i geni e la ricerca è in continuo divenire), è associato a forme genetiche ereditarie. Il Libro Blu pediatrico contiene una classificazione delle sindromi che aumentano il rischio di cancro e identifica le sfide associate alla diagnosi e al trattamento».
UN NUOVO APPROCCIO DIAGNOSTICO
«Il Libro Blu pediatrico - prosegue la professoressa Alaggio - ha messo in rilievo un aspetto fondamentale: l’utilizzo di un nuovo approccio diagnostico nell’ambito dell’oncologia pediatrica che prevede l’integrazione tra analisi istologica e analisi molecolare, ossia un effetto combinato tra ciò che si vede al microscopio e quello che ci dice lo studio della genetica. Lo scopo è quello di comprendere al meglio la natura del tumore pediatrico e adottare terapie sempre più mirate ed efficaci».
ADOLESCENTI, UN “TERRITORIO” DELICATO E COMPLESSO
I tumori che si sviluppano durante l’adolescenza vengono trattati all’interno del Libro Blu, ma con i dovuti distinguo. E il presupposto di partenza è che i tumori dei ragazzi spesso si collocano in una fragile “terra di mezzo”, in un limbo che rende la diagnosi e la cura ancora più complicate perché non si tratta né di bambini, né di adulti. Anche le strategie di cura, oltre alla apparentemente banale, ma non lo è affatto, collocazione pratica del luogo di presa in carico, può essere difficoltosa e non omogenea: talvolta gli adolescenti vengono curati nei reparti di pediatria, altre volte in quelli di oncologia per adulti. «Tendenzialmente comunque - spiega la professoressa - i tumori degli adolescenti sono più simili a quelli tipici dell’età pediatrica in senso stretto. Ma devono essere accuratamente studiati e compresi in relazione al singolo caso. Ci sono infatti anche tipologie di tumori che colpiscono ragazzi e giovani e che assomigliano più a quelli degli adulti e devono essere, dunque, trattati in maniera diversa rispetto agli altri». L’ottica è sempre quella di una cura ad personam, di un approccio terapeutico cucito su misura sempre più attento e meticoloso.
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Paola Scaccabarozzi
Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.