Il cancro non è affatto un luogo sterile. Al suo interno i microrganismi lo aiutano a spegnere la risposta immunitaria per crescere e diffondersi. Eliminarli potrebbe essere una strategia per migliorare le cure anticancro
I tumori hanno un prezioso alleato: i microrganismi. All'interno della massa tumorale la loro presenza può essere di aiuto per crescere indisturbati. Attraverso la produzione di particolari molecole i microrganismi riescono infatti a spegnere la risposta immunitaria. Risultato? Le cellule cancerose non vengono riconosciute ed eliminate potendo così continuare ad espandersi creando metastasi. Agire su questo fenomeno, limitando la crescita dei microrganismi, potrebbe essere uno dei fattori da sfruttare per migliorare le terapie anticancro. Ad affermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle.
IL RUOLO DEL MICROBIOTA
Nelgi ultimi anni le cure anticancro sono state rivoluzionate dall'avvento dell'immunoterapia, ovvero sfruttare e potenziare il sistema immunitario affinché riconosca ed elimini le cellule tumorali. Uno dei fattori che più influenza la risposta a queste terapie è la composizione del microbioma, l'insieme dei microrganismi che popolano il nostro intestino. Sempre più numerosi studi stanno dimostrando che la presenza -o l'assenza- di determinati ceppi batterici correlano con una migliore -o peggiore- risposta agli immunoterapici. A dimostrazione di ciò è stato evidenziato come alterazioni della flora batterica, soprattutto in seguito a terapie antibiotiche, possano condizionare in maniera importante le cure anticancro.
NON SOLO INTESTINO: I MICRORGANISMI INTRA-TUMORALI
Ma i microrganismi intestinali non sono i soli ad influenzare la crescita tumorale. Già alcuni anni fa Ravid Straussman del Weizmann Institute of Science scoprì -accidentalmente in laboratorio su cellule di tumore del pancreas- che la presenza di contaminazioni di Mycoplasma ed Escherichia coli rendevano inefficace il chemioterapico gemcitabina. Partendo da questa scoperta il ricercatore dimostrò, in modello animale, che la somministrazione di un antibiotico migliorava la risposta al chemioterapico in questione. Negli anni successivi diversi studi hanno poi definitivamente "cancellato" il dogma della sterilità, ovvero che nella massa tumorale non sono presenti microrganismi. Tutt'altro. Oggi è possibile affermare con certezza che all'interno dei tumori crescono colonie di microrganismi ben distinti, come dimostrato in un'analisi pubblicata su Cell, proprio dal Weizmann Institute, su oltre 17 mila tumori. Batteri che in molti casi influenzano la crescita del tumore stesso rendendo meno efficaci -in abse alla composizione- le terapie.
LO STUDIO
Ciò che però nessuno aveva ancora dimostrato è il come effettivamente tutto ciò avviene, ovvero in che modo i microrganismi intratumorali influenzano la risposta alle cure. Lo studio pubblicato su Nature ha incominciato a chiarire questo fenomeno. Nell'analisi gli scienziati hanno scoperto che i microrganismi si distribuivano solo in alcune aree specifiche del tumore. In queste zone venivano erano espresse elevate quantità di proteine in grado di spegnere l'attività delle cellule T, quelle componenti del sistema immunitario deputate al riconoscimento del tumore e alla sua eliminazione. Non solo, dalle analisi è emerso che le cellule T, assenti nelle regioni con i microrganismi, erano invece presenti esternamente nelle aree non colonizzate. I risultati preliminari sono stati ottenuti su campioni di tessuto tumorale di cancro orale e tumore del colon-retto.
ANTIBIOTICI PER MIGLIORARE LE CURE?
Lo studio, seppur condotto su un numero limitato di campioni tumorali, ha dimostrato per la prima volta in che modo i microrganismi possono influenzare la risposta alle terapie anticancro. Il prossimo passo sarà ora quello di provare a contrastare la crescita di questi microrganismi per limitarne l'effetto negativo. Una strategia potrebbe essere l'utilizzo degli antibiotici. Una via possibile ma potenzialmente dannosa: il loro utilizzo si è già dimostrato essere deleterio quando ad essere colpiti sono i microrganismi della flora intestinale.
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Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.