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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 12-12-2022

Gravidanza dopo un tumore al seno: il ruolo della terapia ormonale



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Sospendere temporaneamente la terapia ormonale per provare una gravidanza non sembra comportare un aumentato rischio di recidiva nel breve termine. I risultati presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium

Gravidanza dopo un tumore al seno: il ruolo della terapia ormonale

Sospendere temporaneamente la terapia ormonale dopo un tumore al seno HR-positivo diagnosticato in fase precoce per cercare una gravidanza, non sembra aumentare il rischio di recidiva nel breve termine. L'importante risultato, che conferma studi effettuati precedentemente, è stato presentato durante l'ultimo San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS), l'appuntamento più importante al mondo nella lotta a questa neoplasia.

IL RUOLO DELLA TERAPIA ORMONALE

Anche se l'incidenza del tumore al seno raggiunge il suo picco nelle donne non più in età da gravidanza, circa il 5% delle nuove diagnosi di malattia avviene nelle under-40. In queste donne, anche quando il tumore viene diagnositcato in fase precoce e tutto si risolve senza dover ricorrere a pesanti terapie, spesso si procede con la somministrazione di una terapia ormonale adiuvante per evitare il rischio di recidiva. Nei casi di tumore al seno HR-positivo viene solitamente somministrata una terapia endocrina che ha come effetto secondario la soppressione della funzione ovarica. Ciò significa impossibilità nel poter avere una gravidanza.

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

L'EFFETTO SULLA GRAVIDANZA

Secondo un recente studio circa la metà di queste vorrebbe avere un figlio dopo aver superato con successo la malattia. Ma di questa metà purtroppo solo il 10% arriva a concepire un figlio. Una percentuale molto bassa dovuta, tra le altre cose, alla paura che la malattia possa ritornare. Uno degli argomenti principali che portano alla decisione di non avere figli dopo un tumore al seno è quello della sensibilità ormonale. Nelle donne con cancro ER-positivo, ovvero quella forma tumorale in cui il cancro cresce sotto la spinta della presenza di estrogeni, la paura è che un'eventuale gravidanza -proprio per un cambiamento ormonale- possa "risvegliare" eventuali cellule cancerose rimaste e portare ad una recidiva.

TASSI DI RECIDIVA SIMILI

Una paura che non trova però riscontro nei dati. In uno studio del 2017 presentato ad ASCO dall'italiano Matteo Lambertini è emerso che a 10 anni dalla diagnosi -indipendentemente dalla tipologia tumorale la sopravvivenza libera da malattia è la stessa sia in chi ha avuto una gravidanza sia in chi non l'ha avuta. Lo studio presentato in questi giorni a SABCS conferma il dato che aggiunge nuova conoscenza sulla possibilità di sospendere temporaneamente la terapia ormonale per cercare una gravidanza. L'analisi, condotta da Ann Partridge del Dana-Farber Cancer Institute, è stata realizzata su oltre 500 donne sotto i 42 anni -che desideravano una gravidanza dopo un tumore al seno- osservate tra il 2014 e il 2019. Nello studio gli scienziati hanno verificato il tasso di recidiva nel gruppo che aveva sospeso temporaneamente la terapia ormonale -a patto che fosse durata almeno 18-30 mesi post malattia- confrontandolo con quello di donne in pre-menopausa sottoposte alla medesima terapia nello studio SOFT/TEXT.

I RISULTATI PRESENTATI A SABCS

Dalle analisi dello studio POSITIVE è emerso che il tasso di recidiva a tre anni è stato dell'8,9%, simile al tasso del 9,2% delle donne dello studio SOFT/TEXT. La gravidanza si è concretizzata nel 74% dei casi ed è terminata con successo nel 63,8% dei casi. Percentuali di concepimento -sottolineano gli autori- in linea con la popolazione generale. Successivamente alla gravidanza, la terapia ormonale è stata ripresa dal 76,3% delle donne. «Lo studio POSITIVE -spiega l'autrice- fornisce importanti indicazioni a supporto della scelta di intraprendere una gravidanza sospendendo temporaneamente la terapia endocrina». Prossimo passo sarà quello di seguire ancora le partecipanti per valutare il rischio di recidiva in un lasso di tempo maggiore. Uno dei limiti principali dello studio è infatti il breve follow-up ma la speranza è che vengano confermati i risultati dello studio del 2017 presentato ad ASCO.

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Fonti

GS4-09 – Pregnancy Outcome and Safety of Interrupting Therapy for women with endocrine responsIVE breast cancer: Primary Results from the POSITIVE Trial (IBCSG 48-14 / BIG 8-13)

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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