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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 25-03-2015

Glioblastoma, immunoterapia più efficace con l’antitetanica



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La vaccinazione potenzia la risposta dei linfociti contro la malattia. Il bersaglio è il citomegalovirus, di norma innocuo ma spesso presente nel tessuto tumorale

Glioblastoma, immunoterapia più efficace con l’antitetanica

Fino a pochi anni fa era un titano insormontabile. Oggi è un nemico ostico, contro cui ci sono ancora poche armi efficaci. Una di queste è l’immunoterapia, in fase di sperimentazione per curare il glioblastoma. Contro uno dei tumori cerebrali più aggressivi, i ricercatori sono convinti di poter agire attraverso il sistema immunitario. A potenziarne l’effetto potrebbe essere una vaccinazione obbligatoria: quella contro il tetano, inserita nell’antidoto che difende anche da difterite e pertosse. La stessa per cui si fa il richiamo quando ci si taglia con un chiodo arrugginito.


SE IL VACCINO POTENZIA L’IMMUNOTERAPIA

La notizia giunge da uno studio apparso su Nature, in cui è stata valutata l’efficacia dell’immunoterapia con le cellule dendritiche abbinata alla vaccinazione antitetanica. Le cellule dendritiche sono cellule del sistema immunitario che hanno il compito di rilevare la presenza di infezioni o altri agenti patogeni e attivare una risposta difensiva dell’organismo. Scopo della sperimentazione era verificare se la vaccinazione antitetanica, effettuata dopo che i pazienti erano stati operati e trattati con chemio e radioterapia, fosse in grado di potenziare la risposta del sistema immunitario contro il tumore. La risposta è stata positiva. La sopravvivenza è aumentata in maniera significativa nei sei pazienti (sui 12 totali) sottoposti alla vaccinazione un giorno prima di ricevere le cellule dendritiche, prelevate durante l’intervento di asportazione del tumore, sviluppate in laboratorio e re-iniettate. Il 50% di essi era vivo a tre anni e mezzo dall’avvio della sperimentazione. Una donna del New Jersey, 68 anni, addirittura anche otto anni dopo. Un record, se si considera che l’aspettativa di vita media è di un anno dalla diagnosi.

SISTEMA IMMUNITARIO E CANCRO: 
PRESENTE E FUTURO DELL'IMMUNOTERAPIA

CITOMEGALOVIRUS COME BERSAGLIO

I ricercatori statunitensi della Duke University, pionieri nella sperimentazione dell’immunoterapia nei tumori cerebrali, sono partiti da un dato nemmeno condiviso all’unanimità dalla comunità scientifica. Ovvero: la presenza nel tessuto del glioblastoma del citomegalovirus, un agente virale molto diffuso e spesso asintomatico. In particolare il bersaglio dell’immunoterapia era rappresentato da una proteina specifica del virus: la pp65, presente nel tessuto tumorale e mai in quello sano circostante. L’inoculo delle cellule dendritiche abbinato alla vaccinazione antitetanica non ha fatto altro che potenziare questo effetto. «Servirà uno studio più ampio, ma per adesso il bicchiere è mezzo pieno - commenta Gaetano Finocchiaro, direttore dell’unità di neuroncologia molecolare dell’istituto Besta di Milano -. Con la vaccinazione si è creata una reazione infiammatoria. Così le cellule dendritiche hanno potuto raggiungere in maggior numero e in un tempo minore i linfonodi più vicini (le due punture vengono effettuate sull’inguine, ndr). È da qui che prende avvio la reazione del sistema immunitario contro il tumore». Al momento l’istituto milanese è l’unico in Italia che sta sperimentando l’immunoterapia con cellule dendritiche. Due i protocolli in corso: uno su 24 pazienti alla prima diagnosi e l’altro su meno di 15 in recidiva. Risultati ufficiali ancora non ce ne sono, ma soprattutto dal primo gruppo emergono riscontri incoraggianti. Presto potrebbero mettersi in scia altri due centri: l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto oncologico romagnolo di Meldola. 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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