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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 24-11-2011

La chemioterapia in gravidanza non danneggia lo sviluppo del nascituro



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Secondo uno studio presentato all' European Multidisciplinary Cancer Congress di Stoccolma, la chemioterapia in gravidanza non sarebbe un pericolo per lo sviluppo di cuore e cervello del bambino. Da indagare ulteriormente invece gli effetti a lungo termine

La chemioterapia in gravidanza non danneggia lo sviluppo del nascituro

STOCCOLMA- La chemioterapia effettuata durante la gravidanza non sembrerebbe avere effetti sullo sviluppo cardiaco e sulle capacità mentali del neonato. Ad affermarlo è uno studio presentato dal professor Frederic Amant, oncologo dell'University Hospital of Leuven (Belgio), in occasione dell'European Multidisciplinary Cancer Congress 2011 di Stoccolma (Svezia). L'analisi, inizata nel 2005, ha raccolto i dati di 70 bambini nati dal 1991 al 2005 le cui madri sono state sottoposte a chemioterapia, per i più svariati tipi di tumore, durante il periodo di gravidanza.

PARAMETRI VALUTATI- Lo studio, unico nel suo genere poiché tiene conto degli effetti a medio-lungo termine, ha monitorato sia gli effetti che i chemioterapici potrebbero avere avuto sia sullo sviluppo delle capacità cognitive sia sul corretto funzionamento cardiaco. Per quanto riguarda lo sviluppo cerebrale, tra i parametri valutati figurano le performance scolastiche, le capacità di memoria a breve e lungo termine e la capacità di comunicazione verbale e non. Lo stato di salute a livello cardiaco invece è stato valutato attraverso esami diagnostici come l'elettrocardiogramma e l'ecocardiogramma.

NESSUN EFFETTO- Dai risultati ottenuti emerge chiaramente che, l'incidenza e il tipo di malformazioni congenite a livello cardiaco nei bambini nati da madri sottoposte a chemiotearpia, è simile a quella della popolazione generale. Anche a livello cognitivo il risultato non cambia. Gli unici casi in cui le capacità sono risultate ridotte è quello di alcuni bambini nati prematuramente. Un dato che però è comparabile ai prematuri nati da madri che non hanno subito nessun trattamento chemioterapico. Come dichiara il professor Amant, «i nostri risultati suggeriscono che i bambini esposti alla chemioterapia in gravidanza sembrano essere del tutto identici, come sviluppo cerebrale e cardiaco, a tutti gli altri bambini. Questo dato dovrebbe fare riflettere le donne sul fatto che non è poi così improbabile terminare una gravidanza senza complicanze a livello cognitivo e cardiaco per il bambino quando si è sottoposte a chemioterapia».

CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE?- Nonostante i rassicuranti risultati mostrati dallo studio è lo stesso autore a mostrarsi cauto a riguardo dei possibili effetti che la chemioterapia può avere su altri distretti corporei. «Al momento -dichiara Amant- non siamo a conoscenza di quali effetti a lungo termine possa avere il trattamento chemioterapico sulla fertilità del bambino e sulla possibilità di sviluppare tumori in futuro quando sarà adulto. Per questa ragione, all'interno del nostro progetto che prevede una collaborazione a livello internazionale, stiamo continuando a monitorare i bambini e gli adulti per comprendere eventuali effetti a lungo termine generati dalla chemioterapia in gravidanza».

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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