Aumenta il numero di persone con diabete di tipo 2 con una diagnosi di tumore. Un'associazione evidente di cui si conoscono poco i meccanismi
Sempre più persone con diabete di tipo 2 si trovano ad affrontare una diagnosi di cancro. Numerosi studi stanno indagando le origini di questa associazione sempre più evidente a livello epidemiologico ma di cui ancora non sono chiari i meccanismi sottostanti. Dell'argomento si è parlato a Panorama Diabete 2023, congresso della Sid (Società Italiana di Diabetologia) tutto dedicato alla prevenzione, partendo dalla constatazione più evidente che esistono fattori di rischio comuni alle due patologie, come l’obesità, la resistenza all’insulina, alcuni inquinanti ambientali e anche un contesto socioeconomico svantaggiato. Ecco lo stato dell'arte.
FATTORI DI RISCHIO COMUNI
«Deve esistere uno scambio reciproco tra oncologo e diabetologo» ha dichiarato il presidente degli oncologi della Sid Angelo Avogaro dell’Università degli studi di Padova. «L'oncologo deve sapere quando il paziente è a rischio di sviluppare diabete e il diabetologo deve essere pienamente consapevole che purtroppo il diabete, peggio ancora se accompagnato obesità, si accompagna a un aumento di incidenza di 13 diversi tipi di tumore quindi credo che sia estremamente importante».
Il sospetto è che le anomalie metaboliche che si verificano durante l'insorgenza e la progressione del diabete possano avere un ruolo critico nella carcinogenesi, ad esempio l'iperglicemia e l'iperinsulinemia e la generale infiammazione cronica possono causare danni cellulari. Ma è anche vero il contrario, come ha spiegato Laura Sciacca, endocrinologa dell’Università di Catania: «I dati epidemiologici mostrano che, da un lato, una diagnosi di diabete aumenta il rischio di sviluppare cancro e, dall’altro, alcuni tipi di cancro aumentano il rischio di diabete di tipo 2» e tale rischio aumenta in particolare per chi ha una neoplasia a fegato, utero, pancreas e delle vie biliari. I farmaci antitumorali, inoltre, possono portare a iperglicemia e diabete.
ASSOCIAZIONE ANCHE PER IL DIABETE DI TIPO 1
Il legame esiste anche per il diabete di tipo 1. Secondo un recentissimo studio britannico, infatti, una diagnosi di diabete di tipo 1 prima dei trent’anni porta a un aumentato rischio di sviluppare certi tipi di tumori, vulvari e dell’ovaio, in età adulta e tale rischio è massimo quando la diagnosi avviene tra 10 e 14 anni. Secondo gli autori, «l'elevato rischio di cancro ovarico e vulvare nelle pazienti con diabete di tipo 1, in particolare con diabete diagnosticato intorno all'età puberale, suggerisce una possibile suscettibilità di questi organi durante la pubertà alla disregolazione metabolica dovuta all'insorgenza del diabete».
Il fenomeno sta raggiungendo dimensioni tali che i diabetologi iniziano a interrogarsi sull’eventualità di un più attento monitoraggio oncologico per i propri pazienti: «La mortalità per cause cardiovascolari è andata migliorando nelle persone con diabete di tipo 2, mentre una tendenza opposta si osserva nel caso della morte per tumore» ha commentato Laura Sciacca, citando recenti stime svedesi secondo le quali entro il 2030 il cancro diventerà la prima causa di morte tra le persone con diabete di tipo 2. Nel Regno Unito, ciò è già una realtà, parallelamente alla scarsa consapevolezza dei diabetici che addirittura si sottopongono meno della popolazione generale agli screening oncologici.
IL RUOLO DELL'AMBIENTE
C’è poi il grande capitolo ambiente e inquinanti, causa tanto di problemi metabolici quanto di aumentato rischio oncologico. Spiega Sciacca: «Oggi si parla di miscele, che hanno anche effetti epigenetici, le fasi più delicate, di maggior vulnerabilità, essendo la gestazione e l’infanzia». Secondo alcuni dati britannici presentati quest’anno all’Easd e pubblicati su Diabetologia, la mortalità per cancro del colon-retto, del fegato, del pancreas e dell'endometrio è almeno doppia nelle persone con diabete di tipo 2 rispetto alla popolazione generale. I tassi di mortalità per cancro al seno nelle donne più giovani con diabete di tipo 2 sono in aumento, tanto che gli autori suggeriscono un’estensione dello screening per queste donne. Infine, di «cancro come complicanza del diabete» parla Annalisa Natalicchio dell’Università di Bari presentando gli studi sulle basi fisiopatologiche di quella che chiama «relazione pericolosa».
Secondo una metanalisi per un totale di 151 coorti, per 32 milioni di soggetti, il diabete fa aumentare l’incidenza e mortalità per tutti i tumori, in particolare il pancreas. Scrivono gli autori: «I nostri risultati suggeriscono un'associazione causale tra diabete di tipo 2 e incidenza di cancro al fegato, al pancreas e all'endometrio e tra diabete e mortalità per cancro al pancreas». Gli studi guardano anche al ruolo protettivo della metformina e al ruolo dei microRNA implicati tanto nel diabete che nel cancro, che sarà oggetto di una revisione della letteratura ad opera di un gruppo di lavoro composto da oncologi medici Aiom, medici diabetologi Amd, diabetologi Sid, endocrinologi Sie, farmacologi Sif, che parlano di “diabetoncology” e sarà presentata a Esmo 2023. I miRNAs potrebbero diventare nuovo target molecolare per il trattamento di entrambe le malattie.
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Nicla Panciera
Giornalista professionista e medical writer, si occupa di salute e di scienza per varie testate nazionali (tra cui Repubblica, La Stampa, Le Scienze, Mind Mente e cervello, dove cura una sua rubrica, e Vita), è autrice del libro «In piena libertà e consapevolezza» (con Margherita Hack) per Baldini&Castoldi e di «Cervelli che contano» (con Giorgio Vallortigara) per Adelphi Piccola Biblioteca Scientifica.