Si chiama Stimolazione Transcranica in Corrente Continua (TDCS): un dispositivo creato dai ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma e in via di sperimentazione. L'obiettivo? Curare l'insonnia
Si chiama Stimolazione Transcranica in Corrente Continua (TDCS): è un dispositivo creato dai ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e in via di sperimentazione. L'obiettivo? Curare l’insonnia
Le otto regole del dormire bene
Non dormire è una vera e propria tortura. Chi soffre d'insonnia sa bene cosa si prova a rimanere con gli occhi spalancati tutta la notte. Quasi fantascientificamente il desiderio è quello di poter disporre di un sistema in grado, come per un elettrodomestico, di accendere e spegnere il meccanismo che regola il sonno. Un vero e proprio sogno per chi non riesce a dormire. E se tutto ciò potesse diventare realtà? A tentare di sviluppare un dispositivo in grado di fare ciò vi sono i ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma, dell'Università Cattolica e del Policlinico Gemelli. Attraverso una stimolazione elettrica totalmente indolore i medici degli atenei romani sperano di riuscire ad indurre il sonno negli individui che si sottoporranno all'esperimento.
IDENTIKIT DELL'INSONNIA- Dormire poco, dormire male, svegliarsi ancora più stanchi di quando ci si è coricati. Sono queste le principali caratteristiche dell'insonnia, un disturbo che in Italia colpisce circa 12 milioni di persone. In Europa siamo quelli messi peggio seguiti dai nostri cugini d'oltralpe. D'altronde i dati sul consumo di farmaci per questo tipo di distubo parlano chiaro: circa l'8-10% della popolazione ne ha fatto uso almeno una volta. Nonostante tutto l'insonnia rimane un disturbo sottostimato. L'atteggiamento più diffuso sembra essere quello di rassegnazione: non a caso per il 37% degli europei l'insonnia è considerata un male incurabile che non può essere trattato.
LA SPERIMENTAZIONE- Il professor Luigi De Gennaro, docente di Psicologia alla Sapienza e Paolo Maria Rossini, docente di Neurologia all’Università Cattolica di Roma, stanno tentando un approccio alternativo a quello farmacologico per la cura dell'insonnia. Il loro obiettivo è quello di verificare se l’applicazione di una piccola corrente indolore al cervello tramite uno strumento che si appoggia sulla testa sia in grado di regolare l’addormentamento e quindi indurre il sonno.
COME FUNZIONA?- La Stimolazione Transcranica in Corrente Continua è una tecnica già molto usata a livello sperimentale ed è in grado, applicata nei punti giusti, di “sparare” stimoli elettrici inibitori o eccitatori al cervello. Ovviamente si tratta di microcorrenti assolutamente indolori per la persona che le subisce. Come spiega il professor Paolo Maria Rossini, «i volontari, ragazzi di età compresa tra i 22 e 28 anni, dovranno trascorrere la notte nel laboratorio e comportarsi come farebbero nel letto di casa propria, rispettando cioè tutti i personali rituali dell’addormentamento, per esempio la lettura o l’ascolto di musica. Sulla testa dei giovani verranno posti, di volta in volta in posizioni diverse, visto che l’obiettivo dello studio è anche identificare le aree della corteccia cerebrale o del tronco dell’encefalo maggiormente suscettibili a indurre un aumento della sonnolenza, delle placche connesse ad uno stimolatore a batteria che invieranno al cervello correnti di intensità bassissima». La stimolazione transcranica verrà loro “somministrata” prima dell’addormentamento. I giovani verranno poi sottoposti, ovviamente senza disturbarli mentre dormono, a un elettroencefalogramma per raccogliere dati come la presenza effettiva di sonno o il tempo che passa tra la chiusura degli occhi e il reale addormentamento. La sperimentazione è appena partita e i primi dati non si avranno prima del prossimo dicembre.