Gelati, salsicce e bevande gassate rallentano la digestione e disturbano il sonno, spingendo ulteriormente verso alimenti “golosi”
Qualcuno ha detto che noi siamo quello che mangiamo, può essere anche che noi dormiamo a seconda di quel che mangiamo? Che tra i tanti elementi che influenzano il sonno c’entri anche la nostra dieta? Il sospetto è venuto a ricercatori della Columbia University di New York, guidati dalla dottoressa Marie-Pierre Saint-Onge, che hanno condotto una larga indagine al proposito, focalizzando l’attenzione sui cosiddetti cibi ultra-processati, detti anche industrializzati. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics. «Sempre più alimenti in commercio sono ultra-lavorati dall’industria e sempre più l’insonnia cresce ovunque, due condizioni che spingono a valutare se c’è un’associazione tra i due fenomeni», spiega la dottoressa Saint-Onge.
QUALE DIETA È AMICA DEL SONNO?
Che continua: «Il nostro gruppo prima ha constatato un legame tra tipi di alimentazione sana come la dieta mediterranea e un diminuito rischio di insonnia e di cattiva qualità del sonno contro diete ad alto contenuto di carboidrati con un elevato rischio di insonnia. Quanto ai cibi ultra-processati, sono in aumento in tutto il mondo e sono già stati collegati, da ricerche scientifiche, con accresciuti rischi di diabete, obesità e cancro». Per condurre la loro indagine i ricercatori della Columbia si sono serviti di NutriNet-Santé, una coorte di studio online fondata in Francia anni fa, riuscendo così ad “arruolare” circa 39.000 francesi adulti di età dai 36 ai 64 anni. Attraverso questionari sull’alimentazione seguita nelle 24 ore e informazioni sulla qualità del sonno nello stesso tempo, gli studiosi americani hanno raccolto dati da questi volontari online ogni 6 mesi dal 2013 al 2015.
QUANTI SOFFRONO DI INSONNIA?
Il risultato raccolto è che il consumo medio di cibi ultra-lavorati era pari al 16 per cento dell’introito dietetico giornaliero; considerando tutta la popolazione reclutata, veniva riferito un tasso di insonnia cronica del 19,4 per cento. Un’accurata analisi statistica ha dimostrato che il consumo di cibo ultra-processato era significativamente più elevato nei pazienti con insonnia cronica. Questa associazione non virtuosa è risultata evidente sia negli uomini sia nelle donne, tuttavia con un tasso un po’ più alto tra i maschi.
QUALI SONO I CIBI ULTRA-PROCESSATI?
Prima di passare al commento su questo studio, sarà il caso, per chiarezza, di elencare alcuni di quelli che si chiamano cibi ultra-processati o molto lavorati o industrializzati. In genere contengono vari additivi (per il sapore o per il colore o altro) e conservanti, con aggiunte di zucchero o sale o grassi e con scarsità di fibre. Tra questi prodotti figurano: salsicce, prosciutto, gelato, biscotti, bevande gassate, yogurt alla frutta, zuppa istantanea, alcuni alcolici tra cui whisky, gin, rum, pane generalmente confezionato, bibite energetiche, hot dog, la cosiddetta “carne” vegana, margarina, crocchette di pollo, patatine, snack, alcuni cereali per la prima colazione.
UNA RICERCA MOLTO AMPIA
«Questo della Columbia è uno studio che trae valore dall’alto numero dei partecipanti e dal fatto che si faccia riferimento ad una popolazione giovane-adulta (“in età lavorativa”) – commenta la dottoressa Paola Proserpio, neurologa nel Centro di Medicina del sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano. – In effetti, poi, il 19 per cento di insonni registrato è in linea con i dati della letteratura. I limiti della ricerca stanno nel fatto che le informazioni sono state tratte sulla base di questionari e che non ci sono dati oggettivi sul tipo di insonnia e sulla qualità del sonno. Inoltre, questo studio fotografa la situazione in un determinato momento e non dà informazioni prospettiche, sull’evoluzione del disturbo o sul rischio nel tempo».
BIBITE GASSATE E REFLUSSO
Gli alimenti ultra-processati inducono una digestione più lenta e laboriosa, che può ostacolare l’addormentamento. Le bevande ricche di zuccheri, gassate, provocano una distensione della parete dello stomaco, dilatandolo con l’ingestione di aria e così rallentando la digestione. Queste possono essere cause o concause della difficoltà a dormire.
«Le bibite gasate facilitano anche il reflusso gastro-esofageo, un’altra delle concause all’origine di un cattivo sonno», aggiunge la dottoressa Proserpio. La quale tira in causa altri studi che in un certo modo dimostrerebbero anche la relazione inversa: il dormire male potrebbe a sua volta indurre a mangiare male.
IL PIACERE DEL PALATO INGANNA
«Queste ricerche sottolineano che l’insonnia spinge a cercare cibi processati in quanto sono molto appetibili avendo un’elevata quantità di zucchero, sale e grassi, che gratificano il palato – spiega. – Si è visto che la deprivazione del sonno favorisce la produzione di grelina, l’ormone della fame (che aumenta quindi l’appetito) e spinge verso gli alimenti “golosi”. Inoltre, se stai sveglio più a lungo, hai più tempo per mangiare e consumi più energia. La conseguenza è che la deprivazione del sonno porta a un aumento del peso. Tra l’altro grazie a cibi con ben pochi nutrienti».
L’ORMONE PER DORMIRE BENE
L’insonnia è un problema comune, di salute pubblica, conclude la specialista. Il consiglio per contrastare questo disturbo e le sue conseguenze è scegliere un’alimentazione ricca di frutta, di verdura fresca, di pesce: il modello ideale è la dieta mediterranea. È noto infatti che questi cibi sono ricchi di triptofano e serotonina, precursori della melatonina (il famoso ormone che facilita il sonno). Se non si vuole che il cattivo sonno dia corpo ai rischi che comporta di obesità, diabete, disturbi metabolici.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.