In occasione della Giornata Mondiale del Sonno gli esperti scrivono le regole del buon riposo, soprattutto per gli anziani. Dormire bene anche dopo gli “anta” migliora la qualità della vita e rallenta l’invecchiamento
Dormire bene quando si è giovani aiuta a invecchiare bene. E, anche quando i capelli sono ormai bianchi, proteggere la qualità del sonno significa preservare il benessere di corpo e mente. E’ il messaggio della Giornata Mondiale del Sonno, promossa dalla World Association of Sleep Medicine. Good sleep, Healthy Aging: lo spirito è quello indicato da Liborio Parrino, responsabile del centro di Medicina del sonno dell’Università di Parma: «Vogliamo celebrare il sonno come un diritto non negoziabile, un dono della natura che va festeggiato».
SONNO A SINGHIOZZO DOPO GLI «ANTA» – La metà degli anziani, ricordano gli esperti, lamenta problemi si addormentamento o di risvegli notturni. Un cattivo riposo è legato fra l’altro a stanchezza diurna, deficit di memoria, reazioni rallentate, cadute, disturbi della vista e dell’umore. E non è un fardello inevitabile dell’età avanzata. Molto si può fare per recuperare una migliore qualità del sonno. «Dopo i 50 anni c’è un cambiamento fisiologico del sonno – spiega Liborio Parrino. –. L’invecchiamento porta a una instabilità intrinseca e aumentano i microrisvegli. Il guaio è quando a questi cambiamenti, che sono del tutto normali, si sommano i risvegli legati a dolori, problemi cardiovascolari, urologici, respiratori. O gli effetti di farmaci che disturbano il sonno, come cortisone e betabloccanti. Gli anziani, poi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono più sensibili alle perturbazioni acustiche».
DORMIRE FA BENE - Cercare di dormire di più e meglio è un investimento in salute. «Diversi studi hanno ormai dimostrato ad esempio che in condizioni di privazione del sonno aumenta il rischio di ipertensione arteriosa, si alterano le funzioni del sistema immunitario, con effetti sulla qualità e sull’aspettativa di vita» spiega Parrino. Che fare? Il primo consiglio è semplice: andare a letto. «Gli anziani – ahimè – sono troppo spesso dipendenti dalla televisione, uno dei nemici più subdoli del sonno. Sempre di più, poi, navigano in internet fino a tarda ora. La sera sarebbe meglio fare due passi, una partita a carte con gli amici, e sotto le coperte presto, ad orari regolari». Sedentarietà, coperte pesanti, ansia e depressione sono altri fattori che contribuiscono a notti difficili.
SIESTA? AL MASSIMO MEZZ’ORA - E i pisolini pomeridiani? «Vanno bene, purché non superino la mezz’ora» risponde Parrino. «Se non arriva alla fase profonda, che sopraggiunge dopo 25 minuti, non ruba sonno alla notte. In caso contrario, si rischia di tornare in una condizione di sonno polifasico, come quello dei bambini, che per gli adulti non va assecondato, a meno che si tratti di Leonardo da Vinci – che dormiva 45’ – o di Silvio Soldini che deve tenere il timone della sua barca» scherza Parrino.
CENA LEGGERA – La sera è bene non appesantire la digestione con un pasto impegnativo, ma è altrettanto importante non andare a letto a digiuno. «I livelli di glicemia sufficientemente alti e costanti migliorano l’assorbimento del triptofano, un aminoacido che sintetizza la melatonina, un ormone “promotore” del sonno. Vanno curati i sintomi da reflusso gastrico, che si presentano da coricati, anche con alimenti adeguati». E le tisane? «Le sconsigliamo – risponde a sorpresa Parrino – anche se per molti sono un rito rilassante, bere molti liquidi prima di dormire può costringere a doversi alzare nella notte per liberare la vescica».
LUCE E MELATONINA PER CURARE L’INSONNIA - Se l’insonnia è un problema, è bene parlare con il proprio medico. Le cure farmacologiche esistono, ma vanno soppesate con cautela per il rischio di interazione con altre terapie spesso in uso negli anziani. Gli esperti raccomandano di puntare sull’educazione all’igiene del sonno. «In futuro si punterà sempre più su regolatori naturali, come la melatonina (la cui concentrazione nel sangue diminuisce con l’età) e la luce - conclude Parrino -. Tecnologia, illuminazione e costrizioni sociali ce lo fanno scordare, ma siamo fatti per dormire di notte e stare svegli di giorno. Esistono regole note dall’inizio dei tempi: i primi passi della Genesi dicono che prima di creare l’uomo Dio separò la luce dalle tenebre, il giorno dalla notte».
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.