Depressione più diffusa fra donne e anziani. Il 28 per cento degli adulti non si rivolge a un medico. I dati dell'ISS
La nostra Costituzione sancisce il diritto alla salute, e questo lo sanno (quasi) tutti. Ma per salute in genere viene intesa la salute fisica, quella che è confermata da esami del sangue e radiografie, non quella sfuggente, però altrettanto importante, che è la salute mentale.
Sul diritto anche a “questa salute” richiama il principio cui è intestata quest’anno la Giornata della Salute mentale (10 ottobre) che recita: “La salute mentale è un diritto umano fondamentale”. Un diritto spesso disatteso dagli stessi diretti interessati convinti di stare così (male) non per una malattia, curabile, ma per un modo di essere.
I DATI DELL'ISS
Ora dalle indagini continue che l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) conduce emerge che ben 6 su cento nella popolazione adulta italiana riferiscono sintomi depressivi, percentuale che sale al 9 tra gli anziani. Fino al 30 per cento tra questi ultimi se gravati da difficoltà economiche.
I sistemi di sorveglianza dell’Iss si chiamano Passi (adulti 18-69 anni) e Passi d’Argento (anziani oltre i 65 anni). In questo caso il periodo sotto esame è stato il 2021-2022. Agli intervistati è stato chiesto se nelle due settimane precedenti avessero provato in modo duraturo sintomi di umore depresso e/o di anedonia, che è la perdita di interesse nelle attività della vita di tutti i giorni. Altre sotto stime indicano che il livello del male oscuro è più elevato tra le donne, con l’8 per cento, tra le persone con un basso livello di istruzione (11 per cento), tra chi ha difficoltà economiche (17), tra chi vive una condizione di lavoro precaria (9).
Infine, tra chi è affetto da una patologia cronica il livello della depressione raggiunge il 12 per cento. Aumentano i valori anche tra gli anziani se l’età sale dopo gli 85 anni (14 per cento) e se la persona riferisce due o più patologie croniche.
UNO STIGMA DA ABBATTERE
Scrive l’Iss: una discreta quota di persone con sintomi depressivi non chiede aiuto, 28 per cento tra gli adulti e 38 tra gli anziani, e chi lo fa si rivolge soprattutto ai familiari o agli amici. Aggiunge: è cruciale abbattere lo stigma che circonda la depressione e altre malattie mentali. La consapevolezza pubblica e l’istruzione sono fondamentali per far sì che le persone capiscano che si tratta di una malattia reale, non una debolezza o una mancanza di volontà. L’umore basso, da “perdenti”, fa sì che fra le persone anziane con sintomi depressivi il 40 per cento riferisca di avere una salute che va male o molto male, contro il 5 per cento di chi non “vede nero”. Lo stesso è stato verificato nella popolazione adulta, in genere più positiva, che se ha sintomi depressivi parla al 24 per cento di un cattivo stato di salute mentre gli altri arrivano a un 2 per cento.
LE MISURE PREVENTIVE
Determinanti di salute, come il livello di istruzione e la condizione socioeconomica, sono dei fattori di rischio riconosciuti dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e che trovano conferma anche nei dati di Passi e Passi d’Argento. È essenziale intervenire con misure preventive e interventi tempestivi non solo in campo sanitario, ma con un approccio integrato che coinvolga le politiche del lavoro, dell'istruzione, del welfare e della giustizia, insieme a tutte le sfere delle politiche sociali in generale.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.