Il sovrappeso e l'obesità accelerano la riduzione del volume cerebrale e dello spessore della corteccia. L'invecchiamento si può ritardare, anticipando la prevenzione
Con l'arrivo della mezza età, mantenere il peso forma si fa sempre più difficile. Provarci, però, è d'uopo. E non soltanto per ragioni estetiche. L'eccesso ponderale - più l'obesità del sovrappeso - è ormai riconosciuto come un fattore di rischio per diverse malattie croniche. Evidenze di questo tipo riguardano quelle cardiovascolari e diversi tumori, ma sono sempre più numerosi i riscontri che annoverano tra le possibili conseguenze un precoce invecchiamento cerebrale. Si potrebbe riassumere: più si allarga il girovita, più rischia di ritirarsi la materia grigia. Un sospetto, per adesso, che trova però conferma in una ricerca pubblicata sulla rivista Neurology. Nei casi più eclatanti, l'invecchiamento potrebbe essere anticipato anche di dieci anni.
LE MALATTIE NEURODEGENERATIVE
POSSONO ESSERE PREVENUTE?
SOVRAPPESO E INVECCHIAMENTO PRECOCE
Obiettivo dello studio, coordinato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Miami, era quello di verificare quale associazione ci sia tra il peso corporeo (nell'età adulta e agli esordi della terza età) e l'invecchiamento cerebrale. Per fare chiarezza, gli autori hanno avviato la ricerca misurando l'indice di massa corporea e la circonferenza della vita di quasi 1.300 persone a cavallo tra la mezza età e l'ingresso nel gruppo degli anziani. Sei anni più tardi, i ricercatori hanno sottoposto tutti a una risonanza magnetica dell'encefalo, per valutare lo spessore della corteccia, il volume e altri indicatori dello stato di salute cerebrale. Si è così giunti alla conclusione che un indice di massa corporea più elevato spesso viaggia a braccetto con una maggiore involuzione della corteccia: indipendentemente da altri possibili fattori di rischio (ipertensione, fumo e uso di bevande alcoliche).
Ci sono diete che proteggono il cervello dall'invecchiamento?
PREVENZIONE DALLA MEZZA ETA'
L'associazione non vale come prova: al momento non ci sono le condizioni per dire che sia proprio l'eccesso di peso a determinare una regressione più veloce della materia grigia. Detto ciò, gli ultimi dati si aggiungono a una serie di evidenze analoghe. E la riduzione dello spessore della corteccia è stata a più riprese associata a un maggior rischio di ammalarsi di Alzheimer. «Nel nostro caso la corrispondenza è risultata particolarmente significativa in coloro che, all'inizio dello studio, avevano meno di 65 anni - dichiara Tatjana Rundek, direttore della divisione di neurologia della Miller School of Medicine di Miami e coordinatrice della ricerca -. Questo dato consolida l'ipotesi secondo cui una salute fisica precaria nel corso della mezza età può minare la tenuta della memoria e la capacità di elaborazione del pensiero nel corso della terza età». Osservando i risultati in chiave costruttiva, «abbiamo la conferma che, modificando i fattori di rischio potenzialmente reversibili quali la sedentarietà e l'isolamento sociale, possiamo prepararci a vivere l'ultima fase della vita in condizioni di migliore salute», commenta Matteo Cesari, primario dell'unità operativa di geriatria dell'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
INDICE DI MASSA CORPOREA ENTRO 25
Occorre però fare in modo che il tiro venga corretto molto tempo prima di qualsiasi manifestazione clinica. Due società scientifiche statunitensi, l'American Heart Association e l'American Stroke Association, nel 2017 hanno indicato la rotta per favorire un invecchiamento in salute: mantenere l'indice di massa corporea sempre al di sotto di 25, limite minimo dell'intervallo di sovrappeso. Per non sforare, vanno però messi in atto una serie di accorgimenti. Detto della necessità di fare attività fisica almeno per 150' alla settimana, occorre correggere anche altre abitudini, se presenti. No categorico al fumo, per esempio. L'invito alla massima prudenza va esteso anche alle bevande alcoliche, soprattutto oltre i 65 anni. Via libera invece al consumo di frutta e verdura, che con i cereali integrali e i legumi dovrebbero diventare le colonne portanti della dieta. Accorgimenti che non contribuiscono soltanto al benessere fisico, ma anche della mente. Così invecchiare con meno fatica può diventare più facile per tutti.
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).