Anche per chi è predisposto geneticamente a un maggior rischio di ictus, un corretto e sano stile di vita riduce del 43% la probabilità di un evento avverso
Anche chi, sfortunatamente, presenta una predisposizione genetica che aumenta il rischio di ictus, con uno stile di vita sano può ridurre significativamente le probabilità di incorrere in un evento avverso nel corso della vita. A rilevarlo è una nuova ricerca pubblicata sul Journal of the American Heart Association. È noto che i fattori di rischio modificabili, se ben gestiti, in particolare il trattamento dell'ipertensione, possono ridurre sensibilmente il rischio di ictus di un individuo. Lo studio, però, ha confermato che sono anche altri i fattori che, se modificati e tenuti sotto controllo, possono aiutare a prevenire l'ictus.
MODIFICABILI E NO: I FATTORI DI RISCHIO PER L'ICTUS
I fattori di rischio per l'insorgenza dell'ictus possono essere modificabili come lo stile di vita o non modificabili come età, sesso e predisposizione genetica. Ad essere più soggetti sono senz’altro gli over 50 predisposti geneticamente. Tuttavia, la predisposizione a malattie cardiovascolari non è da attribuire a un singolo fattore genetico, quanto a una pluralità di geni, e un corretto e sano stile di vita può aiutare in ogni caso.
LO STUDIO
I ricercatori hanno esaminato i dati dello studio ARIC, basato su una comunità di oltre 11.500 adulti che, al momento dell’arruolamento, non avevano una storia di ictus. I partecipanti allo studio, 45% uomini e 55% donne, seguiti per 28 anni, sono stati classificati a rischio genetico basso, intermedio o alto in base al numero di varianti geniche correlate all’ictus che ognuno di loro presentava.
CORRETTI E SANI STILI DI VITA
I ricercatori, inoltre, hanno analizzato il potenziale impatto, sul rischio di ictus, dell’adozione di corretti e sani stili di vita, consigliati dall’American Heart Association. Si tratta di sette accorgimenti, chiamati Life's Simple 7, che riducono considerevolmente il rischio di malattie cardiovascolari e contribuiscono ad un “invecchiamento di successo”. L’obiettivo dello studio era capire se, un punteggio cardiovascolare Life's Simple 7 più alto, che equivale a una migliore salute cardiovascolare, riducesse la probabilità di avere un ictus nel corso della vita per persone con un rischio genetico elevato.
I SETTE FATTORI (+ UNO) DA TENERE D'OCCHIO
Tra i fattori di rischio modificabili, contenuti nei consigli Life's Simple 7 dell'American Heart Association, sono stati considerati:
- fumo
- attività fisica
- dieta sana
- indice di massa corporea
- colesterolo totale
- pressione sanguigna
- livelli di glucosio
A partire dal 29 giugno 2022, l'organizzazione ha ampliato le raccomandazioni aggiungendo il sonno come ulteriore componente della salute cardiovascolare che, in questo studio, non è stata valutata.
La salute cardiovascolare è stata classificata come ottimale, media o inadeguata in base al punteggio totale ottenuto da ciascun partecipante. I punteggi relativi ai parametri Life's Simple 7, sono stati combinati con il punteggio di rischio genetico per stimare il rischio di ictus nel corso della vita.
VITA SANA, RISCHIO QUASI DIMEZZATO
All'età di 45 anni, il rischio di avere un ictus durante il corso della vita per soggetti con punteggio di rischio poligenico più basso era nettamente inferiore (9.6%) rispetto ai soggetti con una maggiore predisposizione genetica. I soggetti che, oltre ad avere un alto rischio genetico di ictus presentavano un basso livello di salute cardiovascolare, invece, avevano un punteggio di rischio di ictus nell'arco della vita molto più elevato, pari al 24,8%.
In generale, qualunque fosse la predisposizione genetica, adottare corretti e sani stili di vita, ha ridotto il rischio di incorrere in un ictus nel corso della vita. In particolare, si è osservato che i partecipanti con un rischio poligenico elevato e una salute cardiovascolare ottimale riducevano il rischio di ictus nel corso della vita fino al 43%, rispetto a quelli con una salute cardiovascolare inadeguata. Cosa significa in termini di salute e qualità di vita? Sei anni in più senza ictus.
Non fermiamoci alla genetica, e non vediamola come una condanna. Iniziamo piuttosto, fin da giovani, ad adottare uno stile di vita sano e attivo per prevenire l'insorgenza degli ictus.
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Fonti
Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile