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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 02-03-2015

Quali legami tra depressione e infiammazione?



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Uno studio canadese rilancia l’ipotesi che dietro l’umore nero ci sia uno stato infiammatorio cerebrale. Sarebbe l’apertura a una nuova classe di antidepressivi per quanti non rispondono agli psicofarmaci attuali

Quali legami tra depressione e infiammazione?

Depressione come infiammazione cerebrale? E potrà bastare un’aspirina, o un altro antinfiammatorio, a cancellarla? L’ipotesi - aspirina a parte - riscuote sempre più credito ed ora da Toronto (Canada) arriva uno studio piccolo, ma dai risultati netti: con la tomografia a emissione di positroni (Pet) si è misurato addirittura un 30% in più di infiammazione dentro il cervello di persone affette da depressione maggiore e, pure, un livello più alto nei malati più gravi, in stretta proporzione.

 

UNA NUOVA VIA

L'ipotesi è in realtà considerata già da qualche anno. La ricerca è stata condotta al Centro per la dipendenza e la salute mentale (Camh) della città canadese e pubblicata su Jama Psychiatry, coinvolgendo 20 pazienti e un gruppo di controllo di altre 20 persone senza problemi dell’umore. Il dottor Jeffrey Meyer, che l’ha guidata, ha sottolineato che prima non era ben chiaro se l’infiammazione giocasse un ruolo nella depressione clinica indipendentemente dalla presenza di malattie fisiche. «La scoperta è importante perché si possono trovare nuovi tipi di farmaci per un significativo numero di malati di depressione, che non rispondono alle cure attuali», ha commentato Meyer. «Nessuno degli antidepressivi esistenti ha come obiettivo di “spegnere” uno stato infiammatorio».

 

LA CONFERMA

«Sì, è una prospettiva promettente», conviene la dottoressa Cristina Colombo, responsabile del centro per i disturbi dell’umore al San Raffaele di Milano. «Da una decina d’anni gira questa ipotesi dell’origine infiammatoria di alcune depressioni. Ci sono moltissimi studi in questa direzione. Il gruppo canadese ha misurato le cellule che normalmente sono presenti quando si ha un’infiammazione in una qualunque parte del corpo, per esempio una polmonite. In questo caso un malessere fisico non c’era, ma nel cervello hanno rilevato lo stesso un aumento di citochine, proteine che il sistema immunitario produce in presenza di uno stato infiammatorio».

 

SE L’INFLUENZA DEPRIME

La dottoressa Colombo aggiunge un’altra osservazione: «E’ vero che un certo numero di persone sviluppa una depressione subito dopo una grave influenza o altra malattia. E si pensa che queste persone abbiano una predisposizione genetica a rispondere con uno stato depressivo di fronte a uno stress, anche un’infiammazione. Non siamo tutti uguali dinanzi ai possibili disturbi dell’umore. Comunque, ora si fanno studi sull’azione antidepressiva di farmaci antiinfiammatori. Anche noi abbiamo preso parte a una ricerca internazionale di questo genere».

 

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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