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Neuroscienze
Cinzia Pozzi
pubblicato il 10-12-2013

Parlare due lingue ritarda il rischio Alzheimer



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Secondo uno studio realizzato in India conoscere due lingue allena il cervello, rallentando il declino cognitivo senile e la demenza

Parlare due lingue ritarda il rischio Alzheimer

Parlare frequentemente un’altra lingua, oltre a quella madre, aiuta a mantenere giovane il cervello: a sostenerlo è uno studio, da poco pubblicato su Neurology, in cui è stato osservato che il bilinguismo svolge un effetto protettivo sulle funzioni cognitive e rallenterebbe persino l’insorgenza dei primi sintomi di demenza nei soggetti più anziani.

AMBIENTE BILINGUE - Due studi canadesi recenti erano già giunti allo stesso risultato, identificando il bilinguismo come potenziale fattore per un posticipo dell’Alzheimer in immigrati canadesi. I ricercatori dell’Università di Edinburgo, in collaborazione con il Nizam’s Institute and Medical Sciences di Hyderabad, in India, hanno ripetuto l’indagine proprio nel continente indiano, dove la maggior parte della popolazione parla due lingue, hindi e inglese. Dei 648 pazienti osservati affetti da tre forme di demenza senile – morbo di Alzheimer, vascolare e frontotemporale – chi parlava quotidianamente due idiomi, si è ammalato in ritardo: i primi segnali di declino cognitivo, infatti, hanno esordito attorno ai 60 anni nei monolingue, cinque anni prima rispetto ai bilingue.

ALLENAMENTO COGNITIVO - I medici consigliano di mantenere il cervello in allenamento per attutire l’impatto degli anni che passano: essere attivi, con relazioni sociali, dedicarsi a una moderata attività fisica, concentrarsi in letture e passatempi che stimolino l’area cognitiva. Nei bilingue, il continuo passaggio da un vocabolario all’altro rappresenta una sessione di allenamento intensivo. «La continua necessità di sopprimere la via di una linguaggio per attivare quella dell’altra lingua comporta un potenziamento delle funzioni esecutive e del livello di attenzione – si legge nello studio - Esistono molti modi per tenere in allenamento il cervello, il bilinguismo ne combina alcuni: riconoscimento sonoro, memoria visuale, processamento delle informazioni e cognizione sociale. E’ come attivare dieci processi mentali contemporaneamente»

DALL’INFANZIA - Nei primi anni di vita i bambini bilingue sembrano più lenti nell’apprendimento ma poi hanno una marcia in più. Il vantaggio di parlare due lingue non si evidenzia solo sullo sviluppo metalinguistico, con una più profonda capacità di comprensione e uso delle parole sin dall’infanzia: in uno studio condotto dalla York University di Toronto, pubblicato su Child Development, è stato osservato che i bilingue ottengono risultati migliori nei test non verbali rispetto ai coetanei monolingue, dimostrando l’abilità di concentrarsi quando necessario e resistere meglio alle distrazioni. A dispetto di questi risultati, non è ancora chiaro se il bilinguismo dalla nascita e l’acquisizione di un’altra lingua a una certa età svolgano il medesimo effetto protettivo dalla demenza senile. Concludono i ricercatori, «non sappiamo se gli stessi risultati si raggiungerebbero imparando due lingue dalla nascita ma poi non praticandole regolarmente in età adulta.»


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