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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 10-11-2013

La musica attenua la fatica dello sforzo fisico



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Da uno studio, piccolo ma interessante, si è mostrato come eseguire un esercizio impegnativo costi meno fatica se accompagnati da note musicali

La musica attenua la fatica dello sforzo fisico

Tutti i Paesi hanno una ricca tradizione di «canti di lavoro», ritmati sui movimenti che si devono compiere. I canti dei mietitori disposti in riga su un campo di grano, i canti dei manovali  impegnati a colpi di mazzuolo sulle traversine ferroviarie, i canti dei pescatori che ritirano, con ben calibrati strattoni, la rete piena di pesci. Quasi sempre la meccanizzazione  ha ormai portato al superamento di questi lavori, ma il principio che è utile cantare o ascoltare musica durante uno sforzo fisico è rimasto, tanto che molti sportivi si aiutano in questo modo quando devono prepararsi a una performance.

Ma qual è il ruolo giocato dalla musica o dal canto? Al di là dell’utile sincronizzazione del gruppo al lavoro, finora si era sempre creduto che servissero a distrarre il pensiero dallo sforzo fisico, e lo rendessero, in qualche modo, più «leggero».

Ora un’équipe di ricercatori tedeschi dell’Istituto Max  Planck di Lipsia  ha scoperto che la musica e il canto fanno di più:  riducono realmente lo sforzo.

LO STUDIO - La ricerca, guidata da Thomas Hans Fritz, e pubblicata dalla rivista scientifica americana Pnas (Proceeding of the National Academy of Science ), aveva come obiettivo di scoprire il legame tra musica e sforzo fisico in una prospettiva neuroscientifica.

E’ stato  chiesto a 27 volontari d’impegnarsi in esercizi su macchinari da fitness, mentre in cuffia ascoltavano musica secondo modalità diverse: ascolto passivo di musica non collegata con i movimenti, musica legata all’attività, con delle risposte ai movimenti, e infine musica preparata e prodotta dal’atleta stesso, in modo interattivo. Sono state registrati parametri come il consumo di ossigeno e le modificazioni del tono muscolare, e tramite spirometria è stato compiuto un esame delle funzioni respiratorie. I ricercatori hanno anche interrogato i volontari sulla loro percezione dello sforzo. Interessantissimo il risultato: quelli che avevano compiuto lo sforzo avvalendosi della possibilità di creare in modo interattivo la musica di accompagnamento (che è poi la situazione dei «canti di lavoro») non solo hanno risentito molto meno severamente lo stress, ma hanno anche mostrato che i loro muscoli avevano utilizzato meno energia. Anche la fatica è stata percepita come meno intensa di quanto realmente era. Gli autori della ricerca evocano quindi un controllo motorio migliorato da uno stato emozionale reso più favorevole dalla musica. Una conclusione che apre nuovi orizzonti per studiare e sviluppare l’uso terapeutico della musica.

Antonella Cremonese  


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