Uno studio francese suggerisce che la depressione postpartum vada trattato come un disturbo a sé. Ciò su cui gli esperti concordano è che non va trascurata. Intanto cambia il nome: diventa depressione peripartum o perinatale
Ma la depressione postpartum è uguale, nella biologia e nei sintomi, alla depressione tout court? Il dibattito va avanti da un po’ di anni. L’ultima ricerca focalizzata su questo dilemma viene dalla Francia e consiste in un riesame di studi precedenti pubblicato su Trends in Neurosciences. «In effetti la maternità cambia la madre, cosa che spesso tendiamo a trascurare. E ci dimentichiamo di studiare la neurobiologia sia della salute sia della malattia mentale della donna in questa speciale fase della sua vita. In particolare, poi, ci scordiamo dell’ansia». A parlare con questo richiamo a se stessa e ai colleghi, è la dottoressa Jodi Pawluski dell’Università di Rennes 1, in Francia. Ha lavorato a questo studio in collegamento con ricercatori dell’Università del Michigan (Stati Uniti) e di Toronto (Canada).
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L’AMIGDALA CAMBIA
Soprattutto gli esiti della risonanza magnetica funzionale – sostengono gli autori dello studio - mostrano che l’attività neurale nelle donne con depressione postpartum comparata con gli esami di persone depresse che non hanno partorito è diversa, segue uno schema, un modello diverso. Un esempio: la parte del cervello che si chiama amigdala è usualmente iperattiva nelle persone depresse e ansiose, mentre nelle neo-madri con depressione l’amigdala può rivelarsi meno attiva.
DEPRESSIONE POST-PARTUM:
PERCHE' AVVIENE?
DEPRESSIONE PERIPARTUM O PERINATALE
Intanto alla depressione postpartum è stato cambiato il nome: ora di dice depressione peripartum o perinatale, alla lettera: intorno al parto, perché può manifestarsi già in gravidanza e dopo il parto. La nuova dizione è stata ufficializzata con l’ultima edizione, la quinta, del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm-5).
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L’ANSIA DIMENTICATA
Ma esiste anche un’ansia postpartum che, purtroppo, annota la dottoressa Pawluski, non compare nel Dsm-5, benché colpisca una neo-madre su 7. E’ praticamente la stessa incidenza della depressione, ma in letteratura questa ansia riscuote molta meno attenzione, e lo stesso accade con le madri inquiete ma non depresse. La loro situazione non riceve una risposta medica adeguata.
LE CONSEGUENZE DEI DISTURBI TRASCURATI
Davvero scarsi sono gli studi sulla neurobiologia di depressione e ansia postpartum, ed è molto grave, continuano i ricercatori francesi, perché questi disturbi dell’umore si riflettono sui neonati. Le neo-madri depresse o ansiose possono, infatti, essere irritate dai loro bambini oppure distaccarsi, disinteressarsi del piccolo. Sono comportamenti che possono avere un impatto di lunga durata sulla salute dei figli. I bimbi di madri depresse presenteranno più problemi medici dei figli di donne sane.
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IL CLICHE’ DELLA MAMMA FELICE
L’esperienza della depressione postpartum è resa ancora più pesante dal fatto che dalle donne ci si aspetta che la maternità le riempia di gioia e di entusiasmo. Il che, appunto, non sempre avviene. O per lo meno la situazione può presentarsi mista, non così univoca. L’argomento sulla diversità o meno tra la depressione legata al parto e quella staccata dall’evento resta un quesito aperto, osserva Umberto Volpe, ricercatore presso il Dipartimento di psichiatria dell’Università Luigi Vanvitelli di Napoli. A riprova cita un’altra ricerca, ampia e recente: «Nel 2015 è stata fatta un’indagine su 11 mila donne americane, guidata dalla Columbia University, che ha riscontrato la mancanza di differenze tra la depressione perinatale e le altre forme di depressione. Segnala, semmai, una minore incidenza della depressione durante la gravidanza».
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IL NOME NUOVO
Perinatale è la traduzione italiana di peripartum e il dottor Volpe si sofferma sull’importanza dell’introduzione di questo termine nel Dsm-5: «E’ un cambiamento culturale importante, comprende l’acquisizione che anche durante i nove mesi si può soffrire di depressione e permette definizioni di diagnosi più accurate. Quanto all’ansia postpartum sì, è assente dal Manuale, forse perché viene ritenuta più benigna, meno pesante della depressione».
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Durante la gravidanza e, dopo, fino a quanto comprende il perinatale? «Più critiche sono le prima 2-3 settimane, ma secondo alcuni la depressione può manifestarsi per tutto l’anno successivo al parto». E qui, fa presente Umberto Volpe, c’è un altro problema aperto, un problema di screening: «Bisogna chiedere ai ginecologi se fanno appunto lo screening, le indagini su tutte le loro pazienti in gravidanza e dopo per individuare subito il disturbo. Sono loro a contatto stretto con le donne nella speciale fase della maternità. Quando le percentuali di depressione sono alte, colpisce circa una paziente su 7 o su 10».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.