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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 10-10-2022

Cure psichiatriche: le terapie iniziano troppo tardi



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In molti casi passano anni tra i primi segnali di un disagio psichico e il ricorso agli specialisti. Un danno in particolare tra i fragili adolescenti e anziani. Stigma e condanna sociale le cause principali

Cure psichiatriche: le terapie iniziano troppo tardi

La giornata del 10 Ottobre 2022, Giornata mondiale della Salute Mentale, è un’occasione per ricordare -e contrastare– uno dei problemi antichi ma tuttora molto attuali nell’affrontare i disturbi mentali. Un paradosso è che esistono terapie efficaci, ma il paziente ci arriva di solito in ritardo. Spesso un grosso ritardo. Ne parliamo con il professor Bernardo Dell’Osso, ordinario di Psichiatria dell’Università di Milano e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’Asst Fatebefratelli Sacco a Milano.

LA SALUTE INTERA COMPRENDE LA MENTE

«Partiamo dallo slogan “no health without mental health” (non c’è salute senza salute mentale) più volte riproposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità negli ultimi anni –esordisce il professor Dell’Osso-. Mai come quest’anno è importante sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del riconoscimento precoce di una serie di forme di disagio psichico che spesso nascondono vere e proprie espressioni di patologia, in particolare in quelle fasce di popolazione fragili, come gli adolescenti e gli anziani, messe a dura prova dal biennio di pandemia».

SENZA TERAPIE PEGGIORA LA QUALITA’ DELLA VITA

Continua lo psichiatra: «Diversi studi di letteratura mostrano inequivocabilmente come esista ancora un periodo di tempo cospicuo -misurabile in anni- tra l’esordio dei primi sintomi ascrivibili a problematiche di natura ansioso-depressiva e la formulazione di una corretta diagnosi con inizio di un percorso terapeutico - sia questo di natura farmacologica, psicoterapica o più frequentemente integrata. Una tale latenza d’accesso ai percorsi di diagnosi e cura dipende da numerosi fattori, non ultimo lo stigma associato a questo tipo di condizioni.

ISTITUZIONI E OPINIONE PUBBLICA DA SENSIBILIZZARE

«Il problema è che il non riconoscimento precoce e l’intervento tardivo si associano spesso ad una compromissione del funzionamento della persona a livello lavorativo e socio-familiare e ad un peggioramento della qualità di vita. Talora anche ad una maggiore severità del disturbo e ad una peggior risposta terapeutica». Conclude il professor Bernardo Dell’Osso: «L’occasione suscitata da questa Giornata di avvicinarsi ai servizi e ai professionisti che, a diversi livelli, operano nei servizi di salute mentale è, pertanto, da non perdere. Ristabilire il maggior livello di salute mentale possibile è un obiettivo raggiungibile solo attraverso un impegno assiduo e costante delle istituzioni e una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e deve prefigurarsi come un diritto di tutta la società civile, in particolare delle tante persone e altrettanto numerose famiglie alle prese con tali problematiche».

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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