La prevenzione nei familiari prevede che genitori, fratelli e figli di persone affette dalla malattia effettuino regolarmente la colonscopia. Ecco a quale età iniziare
Per parlare di familiarità per una determinata tipologia di tumore, occorre che esistano in famiglia almeno due casi di parenti diretti (per esempio nonno, genitore, figlio, fratello) colpiti dallo stesso tumore. È sempre bene precisare che familiarità non significa necessariamente ereditarietà, anche se circa il venti per cento delle persone che sviluppano il tumore del colon-retto ha un precedente caso in famiglia.
La prevenzione nei familiari prevede che genitori, fratelli e figli di persone affette da questa patologia effettuino regolarmente la colonscopia. Il protocollo indica di sottoporre a questo esame genitori e fratelli nel momento della diagnosi di tumore del familiare. Per i figli, invece, il controllo deve iniziare a 50 anni o - se non li hanno ancora compiuti - a un’età pari a dieci anni in meno rispetto all’età del genitore nel momento della diagnosi di tumore. Se il tumore è stato diagnosticato all’età di 45 anni, la colonscopia di controllo nei figli deve iniziare a 35 anni.
Se in famiglia si sono verificati molti casi di tumore, anche di tipo e sede diversi, può esserci una predisposizione al tumore ereditario: è opportuno effettuare una visita specialistica dai gastroenterologo e un'eventuale consulenza genetica per stabilire il percorso diagnostico ottimale. È importante parlarne con il proprio medico di fiducia, che saprà indicare la modalità di prevenzione e diagnosi precoce più adeguata.