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Redazione
pubblicato il 30-10-2019

Biopsia prostatica negativa e Psa alto: occorre ripetere l'indagine?



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I «falsi negativi» rappresentano un risultato non così infrequente al termine della biopsia prostatica. Se il Psa è elevato, la ripetizione dell'esame può essere opportuna

Biopsia prostatica negativa e Psa alto: occorre ripetere l'indagine?

La biopsia è un esame a cui non si può rinunciare nella diagnosi del tumore della prostata. È infatti l’unico test che consente di rilevare la presenza di cellule tumorali all’interno della ghiandola. Purtroppo può però accadere che un tumore sfugga alla biopsia. È quel che viene definito falso negativo. Nel caso della biopsia prostatica, purtroppo, non è un’eventualità rara. 


Per ridurre al minimo questo rischio, durante la biopsia si cerca di prelevare un numero elevato di campioni di tessuto: in genere 12, ma anche di più se la prostata è particolarmente ingrossata. Nonostante ciò, può accadere che il tumore si trovi in aree non raggiunte dall’ago e che quindi non sia rilevato dall’esame. In presenza di livelli di antigene prostatico specifico (Psa) elevati, un secondo prelievo potrebbe essere giustificato.


In circa il 20 per cento dei pazienti con una prima biopsia prostatica negativa, ma con risultati anomali del Psa, l’esecuzione di una seconda biopsia prostatica porta all’individuazione di un tumore.



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