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Redazione
pubblicato il 03-07-2019

Nevralgia posterpetica: quali sono le cure disponibili?



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La nevralgia posterpetica è una complicanza del fuoco di Sant'Antonio. La terapia antivirale funziona, se iniziata subito. La vaccinazione contro l'Herpes Zoster per evitare ulteriori ricadute

Nevralgia posterpetica: quali sono le cure disponibili?

A seguito di un'infezione provocata ha Herpes Zoster, la mia compagna, 70 anni, ha sviluppato una nevralgia posterpetica, in trattamento da oltre un mese. La malattia ha un andamento altalenante: momenti di relativo benessere si alternano a ricadute che minano il morale e deprimono l'umore. Desidero sapere se esistono trattamenti sistemici specifici e quali sono i tempi di risoluzione della nevralgia. Le è stato inoltre consigliato, a distanza da un anno dalla guarigione, di vaccinarsi contro l'Herpes Zoster per impedire eventuali ricadute. 

Paolo S. (Volpago del Montello, Treviso)


Risponde Paolo Notaro, direttore della struttura complessa di terapia del dolore dell'Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano


La nevralgia posterpetica è una complicanza frequente dell’infezione da Herpes zoster, meglio conosciuta come fuoco di sant’Antonio. A causarla è la «riattivazione» dello stesso virus responsabile della varicella, che rimane silente nel sistema nervoso dopo aver superato la malattia. Essendo la varicella molto comune in Europa, circa il 95 per cento degli adulti è già entrato in contatto con il virus della varicella e corre dunque il rischio di sviluppare l’Herpes zoster.

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La vaccinazione come strumento di prevenzione. Un esempio: la meningite

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La nevralgia posterpetica è caratterizzata da un dolore neuropatico persistente che si manifesta a partire dall’area del «rash» cutaneo dopo la sua guarigione. Questo può durare settimane, mesi e anche anni e la sua gestione risulta insoddisfacente e complessa, soprattutto negli anziani. Analogamente all’Herpes zoster (130mila casi annui in Italia), il rischio di sviluppare la nevralgia posterpetica (12mila casi) aumenta con l’età e due terzi degli episodi si verifica in adulti con età maggiore di 65 anni. La durata media della malattia è di 5-6 mesi e ha un grave impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre, compromettendo le normali attività quotidiane e lavorative. Non è comunque infrequente che la nevralgia persista più a lungo, invalidando tutte le dimensioni della vita (fisiche, psicologiche, relazionali, affettive e lavorative).


Il quadro della nevralgia posterpetica è caratterizzato spesso da un dolore urente di intensità forte, descritto dal paziente come bruciore continuo nella parte interessata. Sovente sono associate alterazioni della sensibilità superficiale cutanea come l’allodinia (cioè un dolore causato da uno stimolo generalmente non doloroso) e l’iperalgesia (la percezione di dolore molto intenso in risposta a stimoli dolorosi lievi). La diagnosi è quasi esclusivamente clinica. Gli esami strumentali - Tac, risonanza magnetica nucleare, elettromiografia - si rivelano spesso inutili poiché nessuna indagine può fornire una prova certa del dolore neuropatico. Scoprire precocemente la malattia è fondamentale per evitare che il dolore, da periferico, diventi centrale. Questo purtroppo accade spesso e spiega perché soltanto un paziente su due vede attenuarsi i sintomi a seguito dell’utilizzo delle diverse opzioni terapeutiche (antivirali).


Le stesse tecniche invasive, come la neuromodulazione periferica e centrale, non sempre risultano efficaci, soprattutto se somministrate dopo anni dell’inizio della sindrome dolorosa. Quanto al trattamento del dolore, è utile adottare una serie di comportamenti che riguardano lo stile di vita e le scelte alimentari (mantenere un adeguato peso corporeo è d'aiuto nella gestione dei sintomi). Per questo motivazioni e per la complessità del dolore persistente, è determinante il ruolo di tutte le azioni di prevenzione. Ecco perché può rivelarsi efficace la vaccinazione antizoster, già inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) e offerta attivamente agli over 65. L'immunizzazione è in grado di ridurre di circa il 65 per cento i casi di nevralgia posterpetica, del 50 per cento tutti i casi clinici di zoster ed è un valido strumento per ridurre l’incidenza del dolore persistente. Oltre che agli anziani, la vaccinazione è offerta (gratuitamente) ai pazienti diabetici, a chi soffre di Bpco, di una malattia cardiovascolare e ai pazienti in trattamento immunosoppressivo


La profilassi è efficace per almeno otto anni. Per questo motivo, in assenza di condizioni particolari, potrebbe essere indicata anche per la sua compagna. Quanto alla necessità di attendere un anno dalla guarigione, non c'è un'evidenza scientifica che confermi questa necessità. È giusto che questa indicazione giunga dallo specialista che la segue o dal medico di medicina generale, che deve essere informato della scelta di procedere con la vaccinazione.

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