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Fabio Di Todaro
pubblicato il 25-06-2013

Il cerotto che spegne il Fuoco di Sant'Antonio



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Il dispositivo rilascia piccole quantità di lidocaina, un anestetico locale utilizzato anche in odontoiatria. Così si attenuano i sintomi di un malessere diffuso soprattutto tra gli over 60

Il cerotto che spegne il Fuoco di Sant'Antonio

Il nemico è silenzioso e, spesso, difficile da riconoscere. In pochi, infatti, sanno che una delle possibili conseguenze dell’infezione da herpes zoster è una forma di nevralgia che colpisce la zona interessata dall’infezione e di norma compare quando le lesioni cutanee sono già in via di guarigione. Il nome della malattia svela l’associazione con il virus: nevralgia posterpetica.

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FUOCO DI SANT’ANTONIO – L’infezione in età adulta è una recrudescenza della varicella avuta da bambini. Il virus varicella zoster è infatti in grado di rimanere silente nel corpo umano per decenni, con la possibilità di “esprimersi” nuovamente in età adulta: soprattutto nei periodi in cui le difese immunitarie non sono al massimo. Il virus si “risveglia”, si moltiplica e risale lungo il fascio nervoso di un nervo periferico: fino a raggiungere la cute innervata da questo fascio. «La zona in cui il fuoco di Sant’Antonio si manifesta con maggior frequenza è una fascia che si estende su un solo lato del tronco all’altezza della vita, ma il disturbo può presentarsi frequentemente anche su un lato del viso, intorno all’occhio e sulla fronte», spiega Alberto Volonterio, infettivologo al Niguarda di Milano. Motivo per cui la nevralgia posterpetica, considerata la complicanza più frequente dell’herpes zoster, è più insidiosa di quanto si pensi. Il rischio di svilupparla incrementa con l'età, interessando soprattutto le persone con più di 50 anni. Difficile è il contagio tra adulti, mentre più probabile è che il virus passi dall’adulto a un bambino: che in questo caso, se non vaccinato, svilupperà la varicella. Il dolore è continuo, caratterizzato da un bruciore superficiale e da un formicolio, localizzati in un'area ben precisa. L'intensità è comunque variabile e soggettiva, ma può protrarsi anche per anni dopo la regressione delle lesioni cutanee.

LE TERAPIE – La vaccinazione, che secondo un recente studio contribuisce a dimezzare il rischio di sviluppare la fastidiosa nevralgia negli over 60 rispetto ai coetanei non immunizzati, è il trattamento di profilassi più indicato ed efficace. Piccole dosi di antivirali specifici (come l’aciclovir, il valaciclovir o il famciclovir) diminuiscono la durata e la gravità degli episodi. Oggi, però, c’è un’arma in più per combattere la nevralgia posterpetica. Si tratta di un cerotto medicato al 5% di lidocaina, un anestetico locale che applicato sulla parte dolente fornisce un buon sollievo sintomatico. «Il trattamento, indicato per ogni tipo di dolore neuropatico localizzato ha dato prova di efficacia, con effetti collaterali minimi – afferma Roberto Casale, responsabile della divisione di riabilitazione neuromotoria della Fondazione Maugeri di Montescano, a Pavia -. Il cerotto si applica per 12 ore, ma porta sollievo per un giorno intero. Gli effetti della sostanza, la lidocaina, sono noti da tempo. Ma in questo caso è nuovo il metodo di applicazione: ed è ciò che fa la differenza».


@fabioditodaro

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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