Risponde Giorgio Conti, direttore della Terapia Intensiva Pediatrica, Policlinico Gemelli, Roma
Risponde Giorgio Conti, direttore della Terapia Intensiva Pediatrica, Policlinico Gemelli, Roma
Mi hanno detto che la terapia con gli animali fa bene. E’ vero e chi può beneficiare della pet-therapy?
A.F., Rimini
Risponde Giorgio Conti, direttore della Terapia Intensiva Pediatrica, Policlinico Gemelli, Roma
Il vantaggio di una pet-therapy è l’empatia e l’interazione che si crea tra l’animale e la persona sofferente. Questo speciale legame, quasi di simbiosi, tra chi dà gratuitamente (l’animale) e chi riceve (il paziente) rende la pet-therapy particolarmente utile in caso di patologie di natura psico-emotiva che colpiscono sia i bambini sia gli anziani, nel trattamento di malati di Alzheimer, tossicodipendenti, disabili fisici e psichici. In tutti questi casi, il contatto con un animale può essere di grande aiuto per soddisfare un bisogno di affetto e sicurezza, quale stimolo per superare le difficoltà ad instaurare relazioni interpersonali e/o a recuperare la padronanza di alcune abilità andate perdute.
Esistono due tipi di pet-therapies: le Animal-Assisted Activities (AAA), ossia attività realizzate con l’ausilio degli animali che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità di vita di alcune categorie di pazienti (anziani, ciechi, malati terminali) e le Animal-Assisted Therapies (AAT), delle vere e proprie terapie che rispondono a protocolli e scopi precisi. A queste si può poi aggiungere anche l’Educazione Assistita dagli Animali (EAA) i cui destinatari privilegiati sono i bambini nelle scuole che vengono stimolati ad interagire con l’ambiente. Il risultato è un netto miglioramento del rendimento scolastico e dei rapporti sociali, con una significativa riduzione dei casi di bullismo, di devianza e di abbandono scolastico.
Gli animali adatti alla pet-therapy sono quelli domestici, affiancati al pazienti dopo aver superato severi test che ne attestino lo stato sanitario, le capacità e le attitudini. L’animale per eccellenza in questo genere di terapie è il cane, specie se l’attenzione è rivolta a bambini e anziani, per la facilità con cui si presta al gioco e per l’offerta di compagnia.
Anche l’ippoterapia dà ottimi risultati, poiché il cavallo non fa solo da psicoterapeuta ma è anche strumento per il recupero o lo sviluppo dell’equilibrio e della muscolatura, a vantaggio del trattamento di patologie neurologiche specie nel bambino. E, in questa direzione, la regione Emilia-Romagna, la prima nel nostro Paese, ha approvato una legge che prevede la possibilità che gli animali domestici possano fare visita in ospedale al padrone, confermando l’importanza dell’interazione terapeutica tra uomo e animale.