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Redazione
pubblicato il 24-09-2014

I cibi scaduti vanno buttati?



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Risponde il Professor Giacinto Miggiano, Direttore del Centro Nutrizione Umane, Università Cattolica di Roma

I cibi scaduti vanno buttati?

La data di scadenza è un limite tassativo al consumo degli alimenti o è possibile trasgredire anche di qualche giorno? Rosalba B, Castel Volturno

Risponde il Professor Giacinto Miggiano, Direttore del Centro Nutrizione Umane, Università Cattolica di Roma

La commestibilità di un alimento, superata la data di scadenza riportata sulla confezione, è essenzialmente correlata alla natura del cibo stesso che ne determina anche la deperibilità più o meno lunga dal momento della produzione a quello in cui viene posto in tavola. Occorre poi fare una seconda distinzione fra una vera e propria data di scadenza espressa sugli involucri dei prodotti alimentari dalla dicitura da consumarsi entro…’, che indica quindi il termine entro cui l’alimento la consumazione del cibo è assolutamente garantita quindi senza il rischio che si possano sviluppare cariche batteriche nocive per la salute o che il cibo possa perdere le sue proprietà nutrizionali originarie, a condizione però che la confezione sia stata fino a quel momento integra e che la conservazione dell’alimento sia avvenuta in maniera corretta e nel rispetto delle indicazioni consigliate.

La data di scadenza deve essere obbligatoriamente indicata sulle confezioni dei prodotti alimentari preconfezionati e altamente deperibili quali ad esempio carni e formaggi freschi, latte e latticini freschi, pasta fresca e all’uovo, prodotti ittici. Esiste poi anche la dicitura da consumarsi preferibilmente’, seguita da una data precisa, riportata sulla confezione degli alimenti che sono conservabili per un periodo inferiore ai 3 mesi. Invece per quelli che possono essere consumati fra i 3 e i 18 mesi è sufficiente indicare sull’involucro mese e anno di scadenza (senza un giorno preciso) e per quelli la cui conservazione è possibile anche oltre i 18 mesi basta precisare solo l’anno.

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Alimentazione e salute. Le risposte scientifiche a domande frequenti

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

Vi è poi una terza categoria di prodotti in cui non è obbligatorio indicare sulla confezione il periodo di conservazione: si tratta ad esempio di frutta e verdura fresche (fatta eccezione per quelle già tagliate o sbucciate), vino, aceto, sale e zucchero, pane, pasta di grano duro, riso, focacce, prodotti di pasticceria fresca, bevande alcoliche se la percentuale di alcool non supera il 10%, gomme da masticare e così via. Fatta questa premessa, in linea generale riguardo al consumo, oltre la data di scadenza, dei cibi più facilmente deperibili e di più largo uso si possono seguire alcune indicazioni di massima:

 

Yogurt

Può essere consumato fino a 6-7 giorni dopo la data di scadenza seppure perda in parte le proprietà nutritive originarie, mantenendo invece quasi del tutto inalterate quelle organolettiche (ossia le caratteristiche – colore, sapore, odore - e la consistenza o la tessitura).

 

Latte fresco

Il latte fresco pastorizzato e quello pastorizzato di alta qualità dovrebbero essere consumati entro il sesto giorno successivo a quello del trattamento termico mentre il latte microfiltrato fresco pastorizzato entro il decimo giorno successivo a quello del trattamento termico. Oltrepassate queste scadenze, sarebbe meglio astenersi dal loro consumo per non incorrere nell’eventuale presenza di tossine.

 

Formaggi stagionati e a pasta dura

Oltrepassata la data di scadenza indicata sulle confezioni, su questi tipi di formaggi potrebbe comparire della muffa. Essa non indica che il prodotto è ormai avariato; rimuovendola accuratamente con un coltello è possibile consumare  questi prodotti senza incorrere in alcun problema.

 

Formaggi freschi

Rientrano nella categoria dei latticini e per tutta questa serie di prodotti per il loro consumo sarebbe meglio attenersi strettamente alla data di scadenza indicata sulla confezione.

 

Uova

La deperibilità delle uova è spesso correlata al tipo di cottura. Se sono crude o alla coque dovrebbero essere consumate nei 3 giorni successivi alla data di scadenza, se invece sono fritte si possono consumare al massimo entro una settimana dalla data di scadenza. Oltre questo periodo si potrebbe andare incontro a dei rischi alimentari.

 

Pesce e piatti surgelati

Se la conservazione di questi alimenti è avvenuta correttamente, possono essere mangiati tranquillamente fino a due mesi dopo la data di scadenza riportata sulla confezione, seppure si possano perdere in parte le proprietà organolettiche. Nel caso di gamberetti surgelati crudi, destinati a ricette che non ne prevedono la cottura, è buona norma rispettare il termine minimo di conservazione per non rischiare una eventuale listeriosi (malattia infettiva). Se invece la ricetta ne prevede la cottura, si può andare tranquillamente oltre il tempo minimo di conservazione.

 

Pesce in scatola

Il pesce in scatola può essere consumato tranquillamente entro uno o due mesi dalla data di scadenza.

 

Pasta secca e riso

Di norma questi prodotti hanno una scadenza che varia dai 2 ai 2 anni e 6 mesi. Consumati anche qualche mese dopo il termine indicato sulla confezione non creano alcun tipo di danno o di rischio alla salute.

 

Biscotti secchi e cracker

Consumati oltre la data di scadenza perderanno molto delle proprietà organolettiche e della consistenza, ma non sono nocivi.

 

Olio

Gli oli di ottima qualità possono essere consumati fino a 8 mesi dopo la data di scadenza riportata sulla confezione seppure possano subire una eventuale lieve perdita delle qualità organolettiche.

 

Conserve sottaceto

Si tratta di alimenti che hanno una scadenza variabile da 2 a 3 anni che può essere superata, in sicurezza, anche di un paio di mesi.

 

Conserve di pomodoro

Durano dai 12 ai 20 mesi e possono essere consumati anche oltre i due mesi dalla data di scadenza.

 

Salumi affettati

Quelli affettati e confezionati vanno consumati entro la data di scadenza indicata sulla confezione. Oltre il termine vi è il rischio che possano sviluppare delle tossine.

 

Succhi di frutta

Hanno scadenze variabili dai 6 ai 12 mesi che è consigliabile rispettare.

 

Panettoni, pandori e colombe

Si tratta di prodotti dolciari con scadenze comprese fra i 4-5 mesi dalla produzione con possibilità di consumo anche oltre due settimane dalla data indicata sulla confezione, seppure la fragranza o la morbidezza possano risultare alterate (ovvero siano meno soffici).

 

Alimenti senza la data di scadenza

Rientrano in questa categoria diverse tipologie di alimenti, alcuni di essi sono particolarmente resistenti come bevande alcoliche, aceto, sale, zucchero, mentre altri possono deperire molto facilmente (pesce fresco e carne fresca). Questi ultimi devono essere consumati entro tempi piuttosto brevi, ovvero 6 giorni al massimo dalla data di confezionamento indicata sull’etichetta se si tratta di carne (2 giorni al massimo nel caso di fette molto sottili – quali il carpaccio – oppure di carne tritata) e 4-5 giorni dalla cottura per il pesce fresco.

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