In una donna in gravidanza in cui si verifica un'infezione primaria il rischio di passaggio del virus al feto è un fenomeno raro
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In passato ho sofferto di Herpes genitale. Ci sono particolari rischi qualora decidessi di intraprendere una gravidanza?
(Marta C, Reggio Emilia)
Risponde Tiziana Lazzarotto, microbiologa del dipartimento di medicina specialistica, diagnostica e sperimentale del policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna e membro del direttivo dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani
L'Herpes genitale è un'infezione causata dal virus Herpes simplex, lo stesso che causa i più diffusi herpes labiali. Di virus ne esistono di due tipi, Herpes simplex 1 e 2. Quest'ultimo è il responsabile della maggior parte delle infezioni genitali. Il sintomo tipico della malattia è la presenza di piccole lesioni localizzate nella mucosa vulvare - per quanto riguarda le donne - e a livello del pene -per quanto riguarda gli uomini -. Occasionalmente può essere presente anche a livello dell'ano.
La prima volta che si entra in contatto con il virus viene definita infezione primaria, solitamente più forte delle successive infezioni poiché il sistema immunitario viene in contatto per la prima volta con il virus e quindi non è ancora preparato a riconoscerlo e combatterlo.
I virus erpetici, una volta contratti, rimangono latenti e possono causare delle recidive generalmente meno importanti dal punto di vista clinico. Nella maggior parte dei casi le infezioni da Herpes simplex a livelli delle mucose genitali è asintomatica in quanto il sistema immunitario è in grado di eliminare il virus.
Le manifestazioni cliniche avvengono infatti spesso nei soggetti con un sistema immunitario compromesso. In caso di infezione la terapia si basa sulla somministrazione di farmaci antivirali come aciclovir o valaciclovir. Generalmente le cure durano dai 7 ai 10 giorni. La terapia farmacologica è volta ad eliminare l'infezione ma non evita la comparsa di recidive in quanto il virus, infettato il corpo, rimane in forma latente.
Generalmente in una donna in gravidanza in cui si verifica un'infezione primaria il rischio di passaggio del virus al feto è comunque un fenomeno raro. Ecco perché, se la malattia viene contratta in gravidanza, non ci sono particolari problemi. Il vero rischio c'è quando la donna elimina il virus dell'infezione primaria nei giorni del parto, in particolare quando questo avviene per via vaginale.
Se durante il parto il piccolo entra in contatto con lesioni erpetiche dei genitali il rischio di contagio è elevato. La malattia nei piccoli può presentarsi a carico della cute, degli occhi o della bocca, può dare encefalite con o senza lesioni cutanee o dare un'infezione disseminata. Quando si verifica, l'infezione deve essere trattata tempestivamente tramite la somministrazione di farmaci antivirali.
Una possibile indicazione dei ginecologi ad una donna in gravidanza che soffre di infezioni ricorrenti è la possibilità di offrire un parto cesareo al fine di evitare il contagio se la donna presenta lesioni erpetiche sulla mucosa genitale.