Risponde: Aldo Di Carlo, dermatologo e direttore scientifico dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma
Temo di aver contratto l’Herpes genitale dal mio partner. Come posso esserne sicura, quali sono le caratteristiche della ‘malattia’ e soprattutto le cure?
Lucrezia C, Albissola
Risponde Aldo Di Carlo, dermatologo e direttore scientifico dell’Istituto Dermatologico San Gallicano, Roma
L’Herpes genitale è una fra le più diffuse malattie a trasmissione sessuale. L’infezione può essere trasmessa dal partner in fase di malattia acuta o sintomatica o anche durante la fase di latenza (il cosiddetto shedding). Quindi la malattia potrebbe essere acquisita anche in un questo periodo di tempo, ovvero nella fase in cui non è visibile ad occhio nudo. Responsabile è il virus erpetico di tipo 2 nella maggior parte dei casi, anche se attualmente sono di frequente riscontro anche le forme causate dal tipo 1 (herpes labialis). L’Herpes genitalis si manifesta a cinque-sei giorni dal rapporto a rischio, con un iniziale bruciore nell’area genitale che annuncia la successiva comparsa di piccole vescicole piene di liquido sieroso, spesso riunite a grappolo, sulle piccole e grandi labbra, sulla mucosa vaginale e perianale e nell’area cutanea perivulvare e perianale.
Vista la sede delle vescicole, l’autodiagnosi è quasi impossibile. Il consiglio da dare a tutte le donne è quello di rivolgersi fin dai primi bruciori al proprio ginecologo o a un dermatologo per effettuare una visita ed esporre il problema, utile ad impostare la giusta terapia. Questa è esclusivamente medica e consiste nell’applicazione di creme locali a scopo lenitivo e antidolorifico - nella donna l’herpes può essere molto doloroso - e di una terapia sistemica per bocca. La terapia generale peraltro risolve solo momentaneamente il problema, senza eradicarlo. Va detto, infatti, che una volta contratto, il virus permarrà per sempre nell’organismo e potrà ripresentarsi con ciclicità, soprattutto nei momenti di maggiore stress, e anche se sono passati anni dall’iniziale contagio. La cadenza delle recidive è individuale: può accadere che in alcune donne i bruciori insorgano nuovamente a distanza di cinque-sei mesi dalla prima manifestazione, quindi con solo un paio di episodi all’anno, o con una frequenza anche mensile. Da qui l’importanza di sapere come trattare il problema.
La regola è quella di applicare delle creme antivirali sulla parte interessata che leniscano il bruciore, anche se l’effetto non è sempre efficace o garantito, fino a quando la fase vescicolo-erosiva non cessa (perdura in genere una settimana). Sono efficaci, nella fase acuta dei bruciori, anche dei frequenti lavaggi (bidet) con acqua tiepida in cui è stata diluita una bustina di acido borico da 30 grammi, ovvero tramite impacchi con soluzione borica al 3%, acquistabili entrambi in farmacia senza ricetta medica. Le terapie attuali comprendono diversi farmaci antivirali (aciclovir, valaciclovir, famciclovir), scelti a seconda del consiglio medico, e con diversa modalità di assunzione.
Infine nei casi in cui gli episodi di Herpes genitale siano molto frequenti, è possibile proporre una terapia soppressiva che ha l’obiettivo di ridurre la replicazione virale e quindi distanziare nel tempo le recidive. Essa consiste nella somministrazione quotidiana dell’antivirale per un periodo di sei mesi la cui risposta è generalmente buona ed ha il vantaggio di non presentare effetti significativi collaterali.
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