La quadrantectomia è l’intervento chirurgico per la rimozione del tumore al seno.
La quadrantectomia è l’intervento chirurgico di prima scelta per la rimozione del tumore al seno.
Si tratta di un intervento conservativo (che permette cioè di salvare il seno), che dall’inizio degli anni Ottanta ha preso il posto della mastectomia, l’asportazione completa della mammella.
L’intervento prende il nome dal fatto che i medici sono soliti dividere idealmente il seno in quattro aree e consiste nell’asportazione della sola area della mammella in cui è localizzato il tumore, talvolta con la cute soprastante e con una parte del muscolo grande pettorale al di sotto della ghiandola.
Deve essere seguito da una radioterapia allo scopo di proteggere il seno sia dal rischio di recidiva sia dalla comparsa di un nuovo tumore. In genere l’intervento è possibile per tumori di piccole dimensioni, fino a circa tre centimetri.
La diffusione della quadrantectomia è una vittoria tutta italiana che si deve a Umberto Veronesi, che negli anni Settanta comprese che la mastectomia era un intervento troppo aggressivo per tumori molto piccoli le cui cellule si riproducono in maniera poco aggressiva.
Dal 1973 avviò uno studio su 700 donne, metà delle quali sottoposta alla tradizionale mastectomia totale, mentre l’altra metà sottoposta a quadrantectomia seguita da radioterapia.
Nel 1981 i primi risultati di quello studio furono pubblicati sul New England Journal of Medicine e non lasciavano dubbi: le donne dei due gruppi non presentavano differenze nella sopravvivenza né nel tempo trascorso prima di una eventuale ricaduta.
Le due tecniche, dunque, erano equivalenti sotto il profilo dell’efficacia. La quadrantectomia, però, riduceva gli effetti negativi dell’intervento sul corpo della donna ed evitava il disagio psicologico derivante dalla mutilazione conseguente alla mastectomia tradizionale.
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