Contro la neoplasia dell'endometrio la dieta mediterranea, seguita con regolarità, mostra risultati utili. Studio su oltre cinquemila donne italiane e svizzere
LO STUDIO
Nella ricerca sono stati analizzati i dati di tre studi condotti tra il 1983 e il 2006 su oltre 1.400 donne con tumore dell’endometrio confrontati con quelli di altre 3.600 donne, residenti in varie zone del territorio italiano e nel cantone svizzero di Vaud. Il lavoro aveva l’obiettivo di valutare l’azione protettiva della dieta mediterranea anche sul tumore dell’endometrio, dato che effetti benefici erano già stati riscontrati per i tumori del colon-retto, cavo orale, esofago, stomaco, fegato, pancreas e laringe. Tradizionale della nostra tavola, la dieta mediterranea si caratterizza per l’elevato apporto di verdura e frutta, legumi, cereali e patate, pesce e grassi polinsaturi, uno scarso consumo di carne, latte e latticini e grassi saturi e un moderato quantitativo di alcool, limitato a uno o due bicchieri al giorno per la donna, possibilmente durante i pasti.
RISCHI DIMEZZATI
I ricercatori hanno osservato che le donne che seguivano con regolarità i dettami della tavola mediterranea avevano probabilità inferiori fino a oltre il 55% di sviluppare un tumore dell’endometrio, rispetto a donne con diverse abitudini alimentari. «Maggiore era l’aderenza alla dieta mediterranea - ha spiegato Alessandra Tavani, capo del dipartimento di epidemiologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e primo autore dello studio - maggiore era l’azione protettiva sul tumore dell’endometrio. Che l’associazione tra aderenza alla dieta mediterranea e la neoplasia sia realmente causale è suggerito sia dalla relazione diretta con l’esposizione, sia dal fatto che vi è un potenziale meccanismo biologico alla base della relazione. Si ipotizza infatti che i benefici di questa dieta derivino almeno in parte dal suo alto contenuto in antiossidanti e fibre».
IL TUMORE DELL’ENDOMETRIO
Come quasi tutti i tumori la probabilità aumenta con l’età; insorge più frequentemente dopo la menopausa, con un picco di incidenza fra i 60 e i 70 anni mentre è raro prima dei 40 anni. La differenza di prognosi in base allo stadio alla diagnosi e al tipo istologico è sostanziale, ma la sopravvivenza nel complesso è abbastanza buona. Spesso diagnosticato quando è ancora confinato al corpo uterino, il tumore dell’endometrio in genere ha come primo campanello di allarme un sanguinamento anomalo o delle emorragie che possono comparire mesi prima dello sviluppo della malattia. Questo segnale, a cui prestare attenzione, nella maggior parte dei casi ne consente una diagnosi precoce e quindi migliori opportunità terapeutiche.
I FATTORI DI RISCHIO
Oltre all’età, il principale fattore di rischio del tumore dell’endometrio è avere alti livelli di estrogeni in assenza di progesterone. Quindi tra i fattori di rischio si osservano il menarca precoce, la menopausa tardiva, il non aver avuto gravidanze, il diabete e il sovrappeso e l’obesità. Infatti il tessuto adiposo, innalza i livelli di estrogeni, soprattutto dopo la menopausa. L’uso dei contraccettivi orali invece previene l’insorgenza del tumore. «Poiché è difficile agire sulle variabili mestruali e riproduttive, la principale misura per prevenire il tumore dell’endometrio - conclude l’epidemiologa - è evitare sovrappeso e obesità. Questa ricerca mostra però che non solo la quantità, ma anche la qualità del cibo può influire sul rischio e in particolare indica come aderire alla dieta mediterranea può contribuire a ridurre il rischio di questo tumore, che in Italia fa registrare oltre 8.000 casi all’anno».
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