Complice il tempo a disposizione e l’assenza di stress, l’attività sessuale in tarda età può essere ancora soddisfacente. Lo dimostrano due importanti studi. Purchè ci sia la salute: alcune patologie e farmaci pregiudicano le prestazioni
Con più tempo a disposizione e meno stress, l’attività sessuale in tarda età può essere ancora soddisfacente. Lo dimostrano due importanti studi. Ma alcune patologie e farmaci pregiudicano le prestazioni
Chi pensa che la vita sessuale cali con l’età deve ricredersi: se tra i 30 e i 50 anni si è alle prese con lo stress e le pressioni sociali, che possono influire negativamente sulla libido e le prestazioni, nella terza età si è più liberi di esplorare la sfera sessuale e trovare un nuovo appagamento. Più tempo per il corteggiamento, il gioco e l’erotismo. «Il desiderio sessuale non diminuisce. Fuori dal circuito produttivo e riproduttivo, nella terza età si vive una seconda adolescenza, seppure con le dovute differenze fisiche– spiega Chiara Simonelli, presidente della European Federation of Sexology – Tanto che in molti casi si riscopre anche l’autoerotismo, come riconferma della propria identità di genere».
IL SESSO INFLUENZA LA SALUTE
Mantenere viva l’attività sessuale va di pari passo con una migliore qualità di vita. A livello fisico vi è un rilascio di molecole legate al benessere, come le endorfine. Ma c’è un impatto anche a livello mentale ed emotivo: il sesso aiuta a sentirsi attivi, desiderati e, più in generale, ancora vitali. Occuparsi della propria sfera sessuale significa occuparsi di se stessi. Lo hanno osservato i ricercatori dell’Università della Florida, in uno studio pubblicato sulle pagine del Journal of Sexual Medicine che ha coinvolto 1.879 volontari, anche ultraottantenni, di una comunità locale: i sessualmente attivi – il 55 per cento degli uomini e il 45 per cento delle donne partecipanti – partecipano maggiormente alle attività sociali, sono iscritti almeno a due club ricreativi, si dedicano a passeggiate 1-2 volte alla settimana, non fumano e assumono meno farmaci.
…E LA SALUTE INFLUENZA IL SESSO
Malattie cardiovascolari, diabete, ipercolesterolemia e l’assunzione giornaliera di alcuni farmaci possono avere un impatto negativo e la qualità della vita sessuale, soprattutto nella terza età, è correlata a un buono stato di salute generale. Alcuni esperti parlano addirittura di «aspettativa di vita sessuale»: secondo uno studio apparso sul British Medical Journal, che ha valutato il legame tra frequenza degli atti sessuali, qualità delle prestazioni e condizione fisica di oltre 6 mila volontari, all’età di 55 anni ammonterebbe a 15 anni per gli uomini e 11 per le donne. Un numero in aumento se la terza età viene trascorsa con un partner. Soprattutto negli uomini la qualità dell’attività sessuale può essere predittrice di benessere: un deficit erettile, ad esempio, a volte è un campanello di allarme per altri disturbi come l’iperplasia prostatica benigna. Nelle donne, in generale più in salute dei coetanei, l’inattività sessuale ha invece cause solo di tipo affettivo: ovvero, la mancanza di un compagno stabile o marito.
ACCETTARE L’ETA’
A interferire con un’appagante vita sessuale, anche fattori emotivi. «La sessualità cambia con l’età e si deve accettare una minore frequenza dei rapporti e vigore fisico. Ad esempio, l’erezione non è più legata al solo stimolo visivo e anche l’orgasmo può necessitare alcuni aggiustamenti – conclude la sessuologa – Il ricorso ai farmaci per la disfunzione erettile sono di aiuto purchè assunti con il consenso del medico. Ma è l’esperienza e, soprattutto, l’accettazione di questi cambiamenti che permette a chi invecchia di godersi ancora il sesso».