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Ginecologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 21-06-2018

Farine con acido folico per prevenire i difetti del tubo neurale



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L'acido folico previene la spina bifida e l'anencefalia, ma soltanto meno di una donna su tre integra la dieta in maniera corretta prima e durante la gravidanza. L'ipotesi di distribuire soltanto farine fortificate

Farine con acido folico per prevenire i difetti del tubo neurale

C’è una fase della vita in cui la dieta non basta. È la gravidanza il periodo in cui ginecologipediatri consigliano di supplementare la normale alimentazione con acido folico (o vitamina B9), la cui sintesi endogena, compiuta dalla flora intestinale, è insufficiente a soddisfare il fabbisogno della futura mamma e del nascituro. In caso di gestazione programmata, gli specialisti sono ancora più drastici: prima di ricorrere agli integratori, è meglio prepararsi seguendo una dieta che garantisca un adeguato apporto della vitamina B9. Un consiglio che può essere seguito consumando anche alimenti fortificati con acido folico (biscotti, fette biscottate, cereali), che però in Italia non abbondano come dovrebbe. In questo modo, è la convinzione degli esperti, sette casi su dieci di difetti del tubo neurale potrebbero essere evitati.

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ACIDO FOLICO PER PREVENIRE I DIFETTI DEL TUBO NEURALE

Il dato emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Birth Defects Research e conferma il ruolo prioritario che l'acido folico ha nel corso della gravidanza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l'assunzione quotidiana di 400 microgrammi di acido folico: a partire dal mese precedente l’inizio della gravidanza e fino ai tre successivi, per ridurre il rischio di malformazioni neonatali. Consolidate evidenze scientifiche dimostrano come la sua carenza rappresenti uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di alcune malformazioni congenite. «In queste situazioni possono aumentare i casi di spina bifida (incompleta chiusura di una o più vertebre risultante in una malformazione del midollo spinale, ndr) e anencefalia - spiega Gian Vincenzo Zuccotti, direttore del dipartimento di Pediatria all'ospedale dei Bambini Buzzi di Milano -. L’acido folico è essenziale per le cellule cutanee e del midollo osseo ed è fondamentale per lo sviluppo dell’embrione». 

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QUANTO CONTA LA DIETA DEI GENITORI

Il comportamento a tavola di un genitore, dunque, condiziona in maniera importante lo sviluppo del futuro neonato. Tuttavia spesso la donna, nel primo mese di gestazione, non sa di essere incinta e quando lo scopre molte strutture embrionali risultano già formate. Da qui il ruolo crescente riconosciuto alla fortificazione degli alimenti, che negli Stati Uniti, dov'è imposta per legge alle industrie alimentari dal 1998, ha determinato una riduzione del 35 per cento dei casi di spina bifida e anencefalia. Un dato che spinge Mauro Stronati, direttore della struttura di neonatologia e patologia neonatale del policlinico San Matteo di Pavia e presidente della Società Italiana di Neonatologia, ad affermare che «oggi la prevenzione migliore e più efficace della spina bifida e degli altri gravi difetti del tubo neurale risulta essere la fortificazione con acido folico di alcuni alimenti di largo consumo, come le farine o alcuni prodotti da forno». Un passaggio considerato improcrastinabile, poiché «soltanto il trenta per cento delle donne attua la profilassi volontaria con acido folico, che non si è comunque dimostrata sufficiente a ridurre l’incidenza di queste patologie. 

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UNA DIETA RICCA DI ACIDO FOLICO

Come si può seguire una dieta naturalmente ricca di acido folico? Questa vitamina, pur trovandosi in abbondanza nelle verdure a foglia verde (carciofi, broccoli, asparagi, spinaci, lattuga), nei legumi (fagioli, ceci), nelle frattaglie (rene, fegato) e in alcuni frutti (arance, fragole e frutta secca), ha una ridotta biodisponibilità: rispetto alla quantità di un nutriente assimilato, la percentuale che viene effettivamente assorbita dall’organismo è decisamente inferiore. Le verdure fresche, conservate a temperatura ambiente, possono infatti perdere fino al settanta per cento del loro contenuto in folati in tre giorni. Inoltre la vitamina B9 è idrosolubile: perdite considerevoli, pertanto, si registrano anche nei processi di cottura. Per questo motivo l’integrazione della dieta, in questo caso, è spesso
indispensabile. Quando a tavola non si riesce ad assumere la giusta dose di acido folico, è possibile dover ricorrere ai farmaci - gratuiti - di fascia A. Il parere del medico è fondamentale. Alcune donne a rischio - già con esperienze di aborto, in terapia con farmaci antiepilettici, celiache, diabetiche o affette da altre malattie da malassorbimento - devono infatti aumentare l’assunzione di acido folico: anche fino a cinque milligrammi al giorno. 

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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