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Ginecologia
Serena Zoli
pubblicato il 12-09-2014

Antidepressivi contro le vampate



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Uno studio promuove la venlafaxina come terapia per caldane e sudorazioni notturne in menopausa. Valida anche la paroxetina. Non c’è però copertura per l’osteoporosi. Ma diverse donne non possono curarsi con gli estrogeni

Antidepressivi contro le vampate

Anche un antidepressivo può combattere le vampate di calore e le intense sudorazioni notturne che disturbano, spesse volte non poco, le donne che entrano in menopausa. Uno studio parallelo con un trattamento sostitutivo ormonale a base di estradiolo e con l’antidepressivo venlafaxina, singolarmente comparati con gli effetti di un placebo, ha dimostrato che sono ambedue efficaci e ben tollerati.

L’estrogeno ha marcato un filo di vantaggio rispetto alla molecola attiva (ad altri dosaggi) contro l’umor nero, ma la differenza è trascurabile, spiega Hadine Joffe, la psichiatra a capo del gruppo d’indagine alla Harvard Medical School. «Un’appassionante testa a testa», ha commentato con gergo sportivo un’altra studiosa, Claudia Reardon dell’Università del Wisconsin. «Bene, è un’arma in più che abbiamo per contrastare gli spesso penosi disturbi della menopausa, ma già noi usavano una  molecola psicoattiva, per la precisione la paroxetina (poche gocce), quando non si poteva ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva (Tos)», dice la dottoressa Rossella Nappi, ginecologa del Centro della Menopausa all’Ospedale San Matteo di Pavia e una delle antesignane nello sforzo di capire e nello sperimentare cure per le problematiche delle donne al finire dell’età fertile.

COPERTURA PARZIALE

Però, attenzione, soggiunge la Nappi: «Venlafaxina e paroxetina valgono soltanto contro le vampate e le sudorazioni notturne, non per la globalità dei sintomi climaterici. Che non sono né pochi né lievi: osteoporosi, secchezza vaginale, disturbi osteoarticolari, per citarne alcuni. La Tos, invece, mira a una copertura complessiva». Ma, allora, qual è il senso di ricorrere ad antidepressivi a basso dosaggio, quindi neanche utili per un’eventuale depressione che a volte si innesca alla fine del ciclo? «Il vantaggio c’è, eccome, perché ci sono categorie di donne che non possono fare delle  terapie ormonali. Niente estrogeni, dunque», spiega Rossella Nappi. Quali sono queste donne?

ESTROGENI NO

«uelle che sono state operate al seno, quelle che sono state operate di tumore al seno, quelle operate per tumore all’utero (a meno che questo sia risultato non dipendere dagli estrogeni), operate per tumore all’endometrio (che è il rivestimento interno dell’utero), chi ha avuto un melanoma (sì, è un tumore della pelle ma non “tollera” l’uso di estrogeni), quelle a rischio di trombosi (obese ipertese fumatrici…) e quelle che una trombosi l’hanno già avuta». La lista mette in fila un gran numero di donne che non possono ricorrere alla Tos. Per loro sono più che benvenuti gli studi su antidepressivi che siano anche solo capaci di liberarle da attacchi di calore e di sudore. «Certo», conviene la Nappi. «Però noi usiamo questi antidepressivi per la menopausa off label, che significa che questi farmaci non sono registrati da noi – e neanche in Europa – come indicati per vampate di calore».

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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