Fuma appartiene a un adulto su 5, ma cresce la quota di chi si dichiara pronto a smettere nei prossimi sei mesi. In aumento il consumo di sigarette rollate, flop per la sigaretta elettronica
Un milanese su cinque fuma, ma tra questi uno su quattro punta a smettere da qui a sei mesi. Un dato in calo rispetto a quello registrato nel 2013, quando un adulto su tre all’ombra della Madonnina s’era dichiarato pronto ad abbandonare il vizio entro la fine dell’anno. Quanti abbiano mantenuto la promessa non è dato saperlo, ma registrare che la quota dei possibili ex fumatori sia in calo vale come un monito: occorre lavorare ancora per dimostrare che l’abitudine al fumo è dannosa per la salute, se ogni anno ottantatremila persone perdono la vita per malattie legate al fumo. Una situazione, quella milanese, considerata rappresentativa dell’intera nazione.
STABILE IL NUMERO DEI FUMATORI
I primi dati in vista della Giornata mondiale contro il tabacco, in programma il 31 maggio, giungono da un’indagine condotta dalla Doxa per conto della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) di Milano. La ricerca è stata realizzata intervistando al telefono seicento cittadini milanesi, di età superiore a quindici anni. Un campione eterogeneo: per età, sesso, titolo di studio e stato occupazionale. Dall’indagine è emerso che il trend dei fumatori è costante - un adulto su cinque, mentre ammonta a uno su quattro la quota degli ex fumatori - e il numero di sigarette medie consumate ogni giorno è pari a 10,5. Fumano più gli uomini (undici) delle donne (dieci) e in generale la quasi totalità dei fumatori (l’85 per cento) consuma sigarette confezionate.
A voler sintetizzare, i fumatori non aumentano, ma non calano neppure. Non è da trascurare l’aumento dei fumatori di sigarette rollate registrato in soli due anni: dal cinque al tredici per cento. Un dato registrato anche dall'Istituto Superiore di Sanità, su scala nazionale, che fa sapere come «contrariamente a quanto sembrano credere molti fumatori di sigarette rollate, cioè che queste impiegano un tabacco più naturale, con meno additivi e più salubre rispetto a quello delle sigarette confezionate industrialmente, i danni alla salute causati dai due tipi di consumo non differiscono. Hanno una minore quantità di tabacco, ma siccome sono più sottili, il fumatore inala più profondamente per aspirare la stessa quantità di nicotina». Secondo Marco Alloisio, direttore dell’unità di chirurgia toracica all’Istituto Humanitas di Milano e presidente della sede locale della Lilt, «il dato è comunque incoraggiante, visto che è aumentata dal venti al ventisei per cento (fino al 32 per cento nelle donne, ndr) la quota di chi si dichiara pronto a smettere nei prossimi sei mesi».
IL FUMO FA PIU' MALE DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO?
A MILANO FLOP PER LA SIGARETTA ELETTRONICA
Tra le diverse risultanze dell’indagine, si nota come nel capoluogo meneghino - a differenza di quanto sveleranno i dati nazionali che saranno diffusi martedì, in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco - l’utilizzo della sigaretta elettronica non è più di «moda». L’87 per cento degli intervistati ha dichiarato di non averla mai utilizzata, l’11 per cento l’ha già abbandonata e soltanto l’un per cento degli intervistati la utilizza ancora. Il fenomeno viene descritto in declino da quasi un intervistato su due, mentre soltanto il dieci per cento degli intervistati è convinto che continuerà a crescere anche negli anni a venire. Quanto ai divieti, considerando anche che da una settimana sono entrate in vigore in tutta Europa le norme che puntano i dissuadere i consumatori, confortante è stata la risposta dei milanesi. Una quota compresa tra il 76 e il 91 per cento s’è infatti dichiarata propensa a vietare il fumo negli stadi, nelle aree destinate al gioco dei bambini e in loro presenza nelle automobili. Questo perché, tra le dipendenze, il fumo è stato riconosciuto come la più dannosa: rispetto al consumo di bevande alcoliche, all’utilizzo di videogiochi e di dispositivi elettronici (smartphone e tablet).
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).