Ancora una bocciatura per l'uso delle sigarette elettroniche da parte degli adolescenti. Il rischio è anche quello di innescare una dipendenza
«L'uso delle sigarette elettroniche da parte degli adolescenti accresce le probabilità che finiscano col fumare le sigarette tradizionali». Le conclusioni di uno studio pubblicato sul Canadian Medical Association Journal sono perentorie e confermano come il rapporto con le e-cig da parte dei più giovani non debba essere in alcun modo incentivato. Oltre a essere dannosa già di suo, l'esposizione precoce alla nicotina, anche se a dosi più contenute, accresce il rischio di «svezzare» i fumatori del domani. Alcuni opteranno per rimanere fedeli alla sigaretta elettronica, ma in realtà a preoccupare è l'elevato rischio di transizione verso quella tradizionale.
Le sigarette elettroniche non fanno bene al cuore
UNA SVAPATA CI AVVICINA AL FUMO DI SIGARETTA
I risultati della ricerca, condotta in due diverse province dello Stato Canadese (Ontario e Alberta), valgono come una riprova di quanto la comunità scientifica asserisce da tempo, in concomitanza con l'incremento dell'utilizzo delle sigarette elettroniche da parte dei più giovani. Lo studio, condotto da un gruppo di epidemiologi dell'Università di Waterloo, ha incluso oltre quarantaquattromila quindicenni selezionati da 89 scuole. Sono state esaminate le loro abitudini correlate al fumo all'avvio dell'indagine e al termine, a cavallo tra l'autunno del 2013 e l'inizio dell'estate del 2015. Gli scienziati hanno raggruppato gli studenti in sei gruppi: partendo dai non fumatori e giungendo a coloro che quotidianamente accendevano almeno una sigaretta. Nel mezzo sono state collocate le categorie considerate intermedie: gli occasionali, gli utilizzatori delle sigarette elettroniche, i fumatori alle prime armi e gli ex. Partendo dalle abitudini relative ai trenta giorni precedenti la prima rilevazione, e confrontandole con quelle registrate al termine dello studio, gli autori hanno notato che chi aveva utilizzato le sigarette elettroniche rientrava più spesso nella categoria dei fumatori, al momento del follow-up.
LE RISPOSTE AI DUBBI DEGLI STUDENTI SUL FUMO DI SIGARETTA
PER I GIOVANI LE SIGARETTE ELETTRONICHE SONO PIU' ACCESSIBILI
Il riscontro non è una primizia, ma conferma quanto gli esperti affermano da tempo. Nel caso degli adulti fumatori il ricorso alle sigarette elettroniche, rispetto a quelle tradizionali, è considerato una scelta che riduce i danni per la salute, pur non essendoci unanimità circa la possibilità che aiutino a smettere di fumare. Molta più cautela invece va posta quando si parla del loro utilizzo da parte degli adolescenti. In questo caso la sigaretta elettronica è infatti spesso considerata meno dannosa, pur non potendosi al momento sbilanciare considerando la potenziale lunga durata di esposizione che riguarda i più giovani. Per loro le sigarette elettroniche senza nicotina, il cui utilizzo in Canada è molto più diffuso rispetto all'Italia, sono più accessibili rispetto a quelle tradizionali. Una scelta che, se adottata, rischia di non essere priva di conseguenze.
ANCORA CAUTELA CON LE SIGARETTE ELETTRONICHE
A livello sociale, infatti, il passaggio da un dispositivo all'altro è piuttosto frequente e prende il nome di «effetto-Gateway». In attesa di ulteriori riscontri, occorre dunque mantenere un approccio molto cauto nei confronti delle sigarette elettroniche. «Il numero degli utilizzatori è aumentato in maniera preoccupante negli ultimi anni - chiosa Magnus Lundback, fisico clinico al Karolinska Institutet di Stoccolma, che nel corso dell'ultimo congresso della Società Europea di Medicina Respiratoria ha presentato i dati di una ricerca che evidenziava le conseguenze per la salute cardiovascolare anche tra i giovani svapatori -. È diffusa l’errata percezione di un dispositivo pressoché innocuo. Ma non è così. A noi tocca il compito di trasmettere le informazioni corrette, in modo che ogni fumatore possa decidere di continuare o di smettere sulla base dell’evidenza scientifica».
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).